Goleto
Centro
di un crocevia
Oggi
i ruderi del monastero dominano
il paesaggio dell'Alta Valle dell'Ofanto tra i comuni di Lioni, Sant'Angelo dei
Lombardi e Nusco. Il Goleto (1), collocato a 590 m. sul mare, non è un
luogo isolato, ma sorge in mezzo ad un'ampia, ondulata e fertile vallata, in posizione
geografica favorevole.
Siamo
lontani dallo stereotipo del monastero costruito in un luogo isolato e inaccessibile,
adatto alla preghiera e all'ascesi.
Nell'Alto Medioevo, dunque, l'abbazia
del Goleto si trovava al centro del sistema viario longobardo e normanno, crocevia
di percorsi di merci e di armenti che, attraverso la Sella di Conza, collegavano
Salerno col Vulture e la Puglia nel cuore del Regno Normanno. Così nel
1135, agli occhi di Guglielmo da Vercelli, fondatore
del monastero, si apriva una valle ricoperta di selve e pascoli tanto che "la
fertilità della terra, l'abbondanza della legna e la ricchezza delle acque"
(2) gli mostrarono l'opportunità di edificare in quel luogo.
(1)
Ci sono varie interpretazioni sul termine Goleto; la più accettata fa derivare
Goleto dal termine guglia o goglia che nel dialetto locale indica una specie di
giunco palustre, abbondante in quelle zone. Cfr. G. Mongelli, Storia del Goleto,
p. 27
(2) Giovanni
Mongelli, La prima biografia di S. Guglielmo da Vercelli, fondatore di Montevergine
e del Goleto (testo critico latino con la versione italiana a fronte), ed. Montevergine-Goleto,
Av, 1979, d'ora in poi Legenda , cap. XIV