Marina
del Goleto
L'origine della ricerca
Ho
cercato di conoscere meglio questa figura la cui autorità era così
solida e riconosciuta da permetterle di aprire vertenze e opporsi alla gerarchia
ecclesiastica. Mi sono dunque mossa fra gli scarni documenti che la riguardano,
visitando le rovine del monastero di S. Salvatore del Goleto (ora in parte restaurate),
per immaginarla nell'ambiente che l'ha vista per trent'anni agire come protagonista
di una delle esperienze più particolari del monachesimo italiano. Il monastero
ospitava una comunità di donne e uomini: un raro caso nell'Italia meridionale
e, probabilmente, in tutta la penisola, di monastero doppio sotto il governo di
una badessa (1)
La
domanda che mi sono posta nell'affrontare la ricerca: c'è autorità
femminile? (2) ecco che i documenti diventano più chiari e i gesti di Marina
assumono significato.
L'uso consapevole che fa della legge, la capacità
dimostrata nel rivolgersi ora al vescovo, ora al papa per salvaguardare l'autonomia
del monastero e la sua libertà d'azione ci mostrano una badessa, appartenente
alla gerarchia, che però usa gli strumenti che ha a disposizione, per garantire
la sicurezza del monastero. Conosce bene il territorio percorso più volte
per svolgere la sua funzione, e difenderne l'autonomia dalle pretese altrui, significa
proteggere gli uomini e le donne che vi abitano e verso cui nutre una particolare
cura.
I suoi atti possono essere letti come semplici momenti organizzativi
e l'uso che fa degli strumenti giuridici è possibile perché è
parte della gerarchia. Ma tutto questo è riduttivo e non sufficiente a
delinearne la figura. Ella dimostra la propria autorità quando trova nel
suo ambito il modo, in questo caso utilizzando lo strumento giuridico, per fare
una scelta di autonomia per sé e per il monastero. L'azione di Marina ci
indica che, proprio perché anche le donne sono in una società regolata
dal diritto, la conoscenza degli strumenti giuridici ha importanza soprattutto
per le donne: si può passare attraverso un uso libero e consapevole del
diritto per essere più autonome.
Autorità e libertà sono
strettamente collegate in una figura come quella di Marina. È il 'prendersi
a cuore' la vita di uomini e donne, la sua capacità di trovare nel luogo
in cui vive il modo per fare una scelta di autonomia, e in questo suo " consentire
a essere e all'essere" che io vedo la libertà di Marina, (3) che dà
il segno della libertà femminile.
Di certo Marina è la seconda
badessa del Goleto di cui è attestata l'esistenza, ma non sappiamo né
quando nasce né chi sono i suoi genitori, così come oscura è
l'esatta data di morte; sappiamo però che lunga è stata la sua reggenza
del monastero, circa trent'anni, dal 1163 al 1193. I primi documenti che la nominano
risalgono al 1163 e testimoniano di una controversia locale con gli abitanti di
Nusco per il possesso di alcune terre.
(1)
Guglielmo fonda due monasteri doppi, uno è il Goleto, l'altro quello di
S. Leonardo: che quest'ultimo sia un monastero doppio lo deduciamo da un documento
del 1136 in cui viene nominato l'abate Pietro di S. Leonardo "cum suis fratribus
et sororibus ex parte Dei sunt in orationibus predicte ecclesie" (Cod. Dip.
Vir. III doc 275) cit. in A. Valerio, Cristianesimo al femminile, p. 70.
(2)
Con autorità intendo il significato alto e forte dell'auctoritas latina,
non il significato limitativo corrente che vede spesso questo termine come sinonimo
deteriore di potere.
(3)
Luisa Muraro, Lingua materna, scienza divina, D'Auria, Na, 1995, p. 17