Donne e conoscenza storica
  
Indice
Rosvita


Una mediazione non riuscita: la lotta tra Sofia e Bernardo


Modelli femminili di riferimento

Cristo benedice l'imperatrice Teofane e suo marito Ottone II. Il loro matrimonio era frutto di lunghe trattative tra la corte ottoniana e quella di Bisanzio. Si noti l'uguale rilevanza attribuita ai due coniugi. La raffigurazione presenta le caratteristiche dell'iconografia bizantina. (Parigi, Museo di Cluny)


Per comprendere le scelte e ricostruire alcuni modelli di riferimento di Sofia intrecceremo la narrazione della sua vita a quella delle donne della sua famiglia a cominciare dalla madre. Sofia, nata nel 975, fu la figlia maggiore di Teofane, principessa greca, moglie di Ottone II (LINKvedi nella parte precedente le informazioni sulle origine di Teofane), che, come abbiamo già detto, era nipote dell'imperatore di Bisanzio, alla cui corte in quel periodo vi fu un'intensa attività di riorganizzazione e rinnovamento culturale. Anche la scelta di Teofane di chiamare la sua primogenita col nome della nonna materna, nome che evoca la saggezza e la grande basilica di Costantinopoli, testimonia l'importanza nella corte sassone di questa giovane donna. Teofane infatti seguì il marito nei suoi viaggi politici e bellici. Pochi mesi dopo aver dato alla luce nel giugno del 980 il quarto figlio, il futuro Ottone III, intraprese con il piccolo, la cognata Matilde, badessa di Quedlinburg, e il marito un viaggio in Italia, per seguire la spedizione diplomatica e militare. Va ricordato che a quei tempi dei messi che dovevano portare messaggi urgenti da Roma a Aix-la Chapelle, capitale imperiale in Germania, impiegavano almeno tre settimane per coprire i 1.100 chilometri di distanza. Dunque un viaggio lungo e pericoloso, con una sorte incerta tanto che, non solo suo marito Ottone venne sconfitto a Stilo, sulle coste calabre, dai Saraceni, ma nel dicembre 983 morì a Roma a soli ventisette anni. Nel maggio precedente però a Verona aveva fatto incoronare re suo figlio, di soli tre anni, e lo aveva fatto poi accompagnare, per esservi educato, in Renania da Willigiso, l'arcivescovo di Magonza, da cui dipendeva sia Gandersheim che Hildesheim. Sofia aveva otto anni ed era la maggiore, seguita da Adelaide, Matilde e Ottone. Era già in monastero, proprio a Gandersheim, al più tardi dal settembre del 979. Il clima, che la circondava non era certo dei più tranquilli, basti pensare che suo cugino, il duca Enrico II di Baviera, fratello della badessa Gerberga, tentò di prendere il potere, tenendo in ostaggio il piccolo Ottone e sua sorella Adelaide. La madre Teofane e la nonna Adelaide, già regina d'Italia e moglie di Ottone I, chiamate da Willigiso, ritornarono prontamente dall'Italia in Germania, e in giugno nell' abbazia femminile di Rorheim, anche con la zia Matilde, importante badessa di Quedlinburg, duchi e prelati tedeschi, si tenne la Dieta che disconobbe le pretese di Enrico. Teofane ed Adelaide divennero le reggenti. Willigiso, politico avveduto, appoggiò la giovane sovrana di cui Tietmaro di Merseburgo disse: "Malgrado la debolezza del suo sesso, mostrava una sicurezza piena di moderazione e, cosa rara in Grecia, un'eccellente condotta; seppe sorvegliare con vigilanza il regno di suo figlio." (1)
Nel 985 Adelaide tornò in Italia per controllarne la situazione, mentre Teofane si occupò di quella della Germania. Quando Ottone, un bimbo di sette anni, dovette marciare contro i Boemi e gli Slavi dell'Est, Teofane fu al suo fianco in tutta la campagna di guerra, dove quarantasei località furono conquistate e devastate. Non solo si occupò degli affari di stato, ma anche dell'educazione del figlio; su consiglio di Willigiso, chiamò come precettore il suo giovane allievo Bernardo. Costui sostituì Giovanni Filogato, un greco di Rossano Calabro, già cancelliere di Ottone, che venne inviato in Lombardia come vescovo, probabilmente per ridurne l'influenza. Anche Gerberto d'Aurillac, l'abate di Bobbio, il futuro Silvestro II, manifestò un'amicizia rispettosa per Teofane al punto da dichiarare esplicitamente: "Tu farai in modo che si ricordi di me la mia Signora Teofane, che mi auguro stia bene e regni felicemente col figlio, del quale, come è giusto, mi rammento sovente." (2). A metà gennaio del 987 si tenne una grande assemblea ad Andermach, per sorvegliare la situazione francese, dove in breve tempo erano morti due sovrani. In tale occasione fu presente anche l'imperatrice Adelaide e un notevole numero di prelati d'alto rango. Fu soprattutto la politica accorta della giovane regina che consentì di mantenere rapporti pacifici con la Francia Occidentale e col ducato di Polonia. Successivamente, nonostante avesse problemi di salute, Teofane, per le difficoltà della situazione italiana, decise di recarvisi.

(1) Thietmaro di Merseburg, Chronicon, ed. Holtzmann, Berlino, 1935, in M.G.H., Scriptores rerum germanicarum, p.143; il testo è stato tradotto da Luciana Tavernini dalla versione che si trova in Edmond-René Labande, "Mirabilia mundi"- Essai sur la personalité d'Otton III, in "Cahiers de Civilisation Médièvale", VI, 1963,pp.299

(2) "Dominam meam Theophanu mei recordari facies, quam semper cupio bene valere, et cum filio feliciter imperare, cuius memoriam, ut aequum est, frequenter habeo." Gerbert, Lettres (983-997), éd. J.Havet, Parigi, 1889, n. 37, p.35, cit. in Edmond-René Labande, id., 1963, p.300, trad. di Marirì Martinengo