Donne e conoscenza storica
  
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Rosvita


Una mediazione non riuscita: la lotta tra Sofia e Bernardo


Il prestigio politico femminile e l'autoreferenzialità maschile

Sofia aveva circa sedici anni ed, oltre all'esempio di sua madre, aveva davanti a sé quello della nonna e della zia, era amica di Willigiso e cominciò ad acquistare prestigio politico: nei documenti della Cancelleria da "cara" o "diletta sorella" venne chiamata "carissima" o "dilettissima", ma soprattutto ricevette donazioni e i suoi interventi a favore di persone da lei protette vennero ascoltati. Infatti, nell'agosto del 990 aveva ricevuto sessanta mansi, nel luglio del 994 le fu assegnato il dominio di Eschwege, donazione completata l'anno successivo, dove fondò il monastero di San Ciriaco. La principessa era al centro di relazioni anche internazionali per le quali interveniva, come dimostrano ben sei documenti, dal 994 al 996, a favore di vescovi lombardi, dei monaci di Waldkirch o di semplici fedeli. In questo periodo Bernardo, il precettore di Ottone, forse proprio per ridurne l'influenza, venne nominato vescovo di Hildesheim e fu consacrato nel gennaio 993 dall'arcivescovo Willigiso. Dunque intorno al giovane imperatore, che nominalmente deteneva il potere, si intessero relazioni, che di volta in volta videro il prevalere di alcune persone e posizioni su altre. Infatti Gerberga, la badessa da cui dipendeva la giovane canonica Sofia, proprio nel 995 tentò di farla tornare a Gandersheim, ma Willigiso intervenne e riuscì a farla restare a corte. Dal novembre del 995 si iniziò ad organizzare la discesa a Roma, i cui abitanti chiamavano l'imperatore. Sofia fece parte della spedizione che con una forte armata giunse in Italia. Labande dice che a Ottone "non dispiacque di vederla, malgrado i suoi vent'anni, sola donna, si dice, compiere il viaggio, cavalcare attraverso le Alpi ancora innevate, nell'ambiente molto misto di un'armata in campagna di guerra."(1)
Nell'abbazia di san Zeno a Verona si rafforzò l'alleanza con la Repubblica di Venezia: Ottone fece da padrino per la cresima al figlio del doge e gli diede il suo nome. Quando giunsero a Roma, il papa Giovanni XVI morì e al suo posto venne designato, col nome di Gregorio V, Bruno, figlio del duca di Carinzia. Ma il momento simbolicamente più importante fu l'incoronazione imperiale il 21 maggio del 996, giorno dell' Ascensione, nella basilica costantiniana di San Pietro. Sofia era sicuramente presente e al posto d'onore, dato che un documento di alcuni giorni dopo la nomina come "Karissima soror".
All'inizio dell'estate Sofia e suo fratello ritornarono in Germania, ma dovettero fermarsi in Toscana, probabilmente perché Ottone sentiva, come già suo padre, i primi segni della malaria. Appena lasciata l'Italia, a Roma fu cacciato il papa tedesco da una rivolta dell'aristocrazia romana, capeggiata da Crescenzo, e venne eletto papa proprio Filogato, maestro di greco, cancelliere, vescovo, appena tornato dalla fallita missione diplomatica presso la corte bizantina alla ricerca di una moglie per il giovane Ottone. La notizia dell'elezione arrivò alla corte, riunita ad Aix, alla fine dell'inverno, ma la situazione soprattutto presso i confini orientali non era pacifica, anzi si intraprese una campagna di guerra contro gli Slavi, che non ebbe successo.
Proprio nel luglio del 997 presso Eschewege, dominio assegnato a Sofia, dove l'imperatore e sua sorella soggiornavano con la Cancelleria, si apprese la caduta di Arneburg ad opera degli Slavi, ma, migliorando la situazione, in novembre parve possibile raggiungere l'Italia, da cui numerose delegazioni avevano richiesto l'intervento imperiale. Questa volta Sofia non poté partire e il regno venne affidato non più a Willigiso, ma a Matilde di Quedlinburg, come racconta Tietmaro negli Annali di Hildesheim. Forse vi furono divergenze per le nomine di alte cariche, forse i lunghi periodi di soggiorno fuori dall'abbazia crearono dicerie sul comportamento di Sofia, certamente, come spesso accade nei confronti di donne che non accettano i ruoli ad esse riservati, la critica passa dal piano politico a quello morale. E' messa in questione tutta la vita e non ci si basa su fatti, ma sono sufficienti le voci. Infatti Tangmaro, ma anche altri, del partito avverso, che faceva capo probabilmente a Matilde e a Bernardo, scrissero della "dissolubilis vita" della giovane basandosi sul fatto che "varium de se sparsit rumorem".(2)
In questo secondo viaggio, compiuto senza la sorella, le truppe e poi il cugino Bruno, papa spodestato, con l'avvallo dell'imperatore, si macchiarono di estreme atrocità: in gennaio venne catturato Giovanni Filogato, che fu accecato e privato di orecchie, naso, lingua e, una volta portato a Roma, dovette cavalcare per la città, tra gli insulti popolari, su un asino, girato verso la coda. Dopo una lunga lotta il 28 giugno si arrese anche Crescenzo, che venne decapitato ed esposto cadavere sul Monte Mario con altri per incutere timore per il vincitore. Alcuni parlano di una relazione di Ottone con Stefania, la bella moglie di Crescenzo, che, per vendicare il marito, lo avrebbe lentamente avvelenato. (3)

L'imperatore viaggiò per la penisola per rafforzare il suo potere politico e insieme per realizzare pellegrinaggi, che l'entourage di prelati ascetici e guerrieri lo induceva a fare. San Bruno di Querfort, che lo conobbe personalmente, scrisse di lui: "Benché la debolezza della carne l'abbia attratto verso qualche vanità, come capita ad un giovane uomo seducente che non ha una moglie,, tuttavia le veglie, il cilicio, il digiuno, per i quali si segnalava, la purezza dell'elemosina, la sana lettura, la santa preghiera, che compiva segretamente, sempre lo conducevano verso il nostro misericordioso redentore" .(4)

In autunno fu a Pavia e chiese ad Arnolfo, vescovo di Milano, di capeggiare un'ambasciata per ottenere da Basilio II la mano di una principessa greca. I tentativi dunque di continuare la dinastia furono rivolti ancora una volta verso la corte da cui proveniva la madre, di cui si osserveranno influenze sulle modalità politiche innovative soprattutto verso i paesi orientali, in particolare la Polonia e Venezia. In inverno si recò nel Sud dell'Italia dapprima presso l'eremita Nilo, che era intervenuto a Roma per chiedere clemenza verso il deposto papa, e poi al santuario dell'Arcangelo Michele al Monte Gargano. Qui fu raggiunto dalla notizia della morte di Matilde, la zia che lo sostituiva in Germania. Ad essa succedette nella direzione dell'abbazia di Quedlinburg la seconda sorella Adelaide, che vi era stata educata e nel settembre del 999 ne ricevette la consacrazione ufficiale alla presenza di Sofia. Quasi contemporaneamente alla morte della zia, morì il cugino papa e al suo posto venne nominato l'abate di Bobbio, il grande filosofo e amico fedele Gerberto. Costui assunse significativamente il nome di Silvestro II, in ricordo del primo Silvestro, che governò la Chiesa sotto la protezione di Costantino. L'imperatore era attorniato da giovani asceti e guerrieri, come Francone di Worms con cui nella primavera del 999 si narrava avesse trascorso quattordici giorni in una grotta tra preghiere, digiuni e veglie, avendo visioni e conversazioni divine (5), poco prima della canonizzazione di un altro grande amico Adalberto di Praga, spinto da Willigiso, suo arcivesovo a raggiungere la sede a lui assegnata e colà martirizzato nel 997. Francone divenne cancelliere d'Italia e Germania, ma poco dopo morì. Siamo in una fase in cui si sta costituendo un mondo maschile, che cerca di escludere le donne dalla gestione del potere religioso, strettamente connesso a quello politico, un mondo senza donne basato sull'esaltazione della guerra e delle amicizie maschili, la persecuzione dei nemici e la svalutazione del matrimonio rispetto alla vita monastica. Già nel luglio l'imperatore fece una campagna di guerra contro Capua e Benevento e poiché, anche la sua salute era precaria pensò a un pellegrinaggio alla tomba di Adalberto. A Verona il primo gennaio del 1000 fu raggiunto dalla notizia della morte dell' imperatrice Adelaide. Attraversò le Alpi e fu accolto da numerosi baroni e in particolare dalle due sorelle Sofia e Adelaide. A Ratisbona fu accolto solennemente, ma proseguì il cammino verso Oriente per incontrare a Gniezno il duca di Polonia ed ottenere le reliquie di Adalberto, riscattate a caro prezzo dai Polacchi, che in esse vedevano un simbolo della loro unità. Non potendo, per pressioni interne, attribuire un titolo reale al duca polacco, tuttavia Ottone, sull'esempio della corte bizantina, ne rese indipendente la chiesa, nominando la chiesa di Gniezno metropolita, e insignì del titolo di amico e alleato del popolo romano e collaboratore dell'impero il duca Boleslao, dal quale ricevette un braccio di Adalberto, considerato santo. A Pasqua fu di nuovo presso la sorella a Quedlinburg per la grande assemblea. Poi ad Aix, dove si celebrò il matrimonio tra Enrico di Baviera e Cunegonda di Lussemburgo, che alla sua morte, nel 1002 reggeranno l'impero. Ad Aix farà disseppellire Carlo Magno per prenderne la croce imperiale e qualche brandello di veste, non putrefatta. Poi un nuovo viaggio verso l'Italia, passando per la Svizzera, dopo essere stato sulla tomba della nonna a Selz.

(1) Edmond-René Labande, "Mirabilia mundi"- Essai sur la personalité d'Otton III, in "Cahiers de Civilisation Médièvale", VI, 1963, p.306
(2) Thangmaro, Vita Bernwardi Episcopi Hildesheimensis, ed.G.H.Pertz, M.G.H.., Scriptores, IV, Hannover, 1841, p.763
(3) Edmond-René Labande, 1963, nota 186, p.460

(4) Bruno di Querfurt, Vita quinque fratrum, SS, XV, 724, citata da Edmond-René Labande, 1963, p. 460, trad.di Luciana Tavernini
(5) Vita Burchardi episcopi, in M.G.H., SS, IV, 833 citato in Edmond-René Labande, 1963, p.462.