Una
mediazione non riuscita: la lotta tra Sofia e Bernardo
Due modi
di rifiutare la subordinazione e la complementarietà
Per far
luce sulla realtà dell'epoca mi servirò del confronto, già
proposto da Eugenia D'Angelo, con il testo di Tangmaro sulla vita del vescovo
di Hildesheim, Bernardo, e del testo dello storico Labande sulla personalità
di Ottone III. (1)
Sofia fu
la badessa che successe nel 1002 alla morte di Gerberga II, sua cugina. Era la
primogenita di Teofane ed Ottone II, ebbe sicuramente per un certo periodo grande
influenza sia nelle scelte economiche, che politiche presso la corte ottoniana.
Lottò apertamente, prima ancora di diventare badessa, contro Bernardo,
che era stato precettore di suo fratello e, divenuto vescovo di Hildesheim, voleva
imporre il controllo vescovile sul monastero. Per comprendere questo scontro che
utilizzò tutti gli strumenti dell'epoca, dall'esercito al sacrilegio, dalla
missione diplomatica alla convocazione di sinodi, dalla riscrittura della storia
allo screditamento della parte avversa, occorre inquadrarlo nella situazione più
generale, dove il conflitto, a mio avviso, fu anche tra donne che mostrarono di
saper gestire il potere economico e politico e uomini che volevano escluderle.
(2) Vi furono alcune donne che praticarono una via di emulazione del modello maschile,
diremmo oggi di emancipazione, altre invece, come Rosvita e Gerberga, che diedero
voce e si mossero in base all'intuizione della differenza, dimostrandosi donne
autorevoli, la cui parola fu ascoltata. Entrambe furono vie di rifiuto sia della
subordinazione, che della complementarietà all'ordine patriarcale e noi
oggi possiamo individuarle perché nella nostra epoca sono state concettualizzate.
(3)
(1) Thangmaro, Vita
Bernwardi Episcopi Hildesheimensis, ed.G.H.Pertz, M.G.H., Scriptores, IV, Hannover,
1841, pp.754-782
-Eugenia D'Angelo, L'ultima Rosvita: i "Primordia coenobii
Gandeshemensis", in "Studi medievali", 1986, fasc.2, pp. 575-608
-Edmond-René
Labande, "Mirabilia mundi"- Essai sur la personalité D'Otton
III, in "Cahiers de Civilisation Médièvale", VI, 1963,pp.297-313
e 455-476
(2) Le modalità
e le strutture attraverso le quali la Chiesa riuscì, dopo il I millennio,
ad emarginare le donne dalla cultura e gestione ufficiale del potere religioso
e temporale vengono delineate in un ampio e documentato excursus storico dal testo
di David Noble, Un mondo senza donne-La cultura maschile della Chiesa e la scienza
occidentale, tr. it G. Ferrara degli Uberti, Bollati Boringhieri, Torino, 1994)
(3) Il superamento dei
modelli di subordinazione - oppressione, o di complementarietà, i limiti
del modello dell'emancipazione sono stati evidenziati nel fascicolo speciale di
Sottosopra, noto col nome di Sottosopra verde e intitolato Più donne che
uomini (dall'omonimo libro di Ivy Compton-Burnett), Milano, gennaio, 1983. Un
libro fondamentale,che li esamina, inquadrandoli nella storia del movimento delle
donne in Italia e soprattutto a Milano, è: Libreria delle donne di Milano,
Non credere di avere dei diritti, Rosemberg & Sellier, Torino, 1987. L'introduzione
di Anna Maria Piussi al libro Educare nella differenza (op. cit., pp. 9-22) li
utilizza per la riflessione pedagogica. Un libro che raccoglie diversi saggi apparsi
nel tempo e che hanno riconosciuto l'evolversi delle pratiche di libertà
di molte donne è quello di Lia Cigarini, La politica del desiderio, Pratiche
editrice, Parma, 1995