Il
monastero: luogo di produzione culturale
I monasteri erano dunque
luoghi dove venivano educate le principesse, che a volte divenivano badesse. Non
solo Sofia, ma anche Adelaide come la nonna imperatrice, era stata educata dalla
zia Matilde nell'abbazia di Quedlinburg, di cui a sua volta divenne badessa e
la più giovane delle tre figlie di Teofane, Matilde, fu educata in quella
di Essen, di cui una sua figlia, divenne badessa. Benché di qualche anno
successive alla presenza certa di Rosvita tali informazioni possono darci un'idea
dell'importanza e della vita che si svolgeva nei monasteri.
Come abbiamo già
accennato, questi monasteri-fortezze erano anche un luogo di produzione culturale
e di scambio con le persone colte dell'epoca: chierici e donne della nobiltà.
Régine
Pernoud analizza dei momenti della cultura femminile nel Medioevo: dalla corrispondenza,
al gran numero di opere copiate per le dame. Queste testimonianze fanno concludere
al romanista Karl Bartsch, già nel 1883, che nel Medioevo le donne leggevano
più degli uomini. Un buon numero di nomi femminili sono forniti dall'elenco
dei colophon, cioè della parola o frase finale che coloro che copiavano
i manoscritti si riservavano a conclusione del lavoro e persino l'inizio di una
delle più antiche "chansons de toile" (le cosidette canzoni di
tela chiamate così perché venivano cantate dalle donne mentre filavano
o tessevano) dice:
"Belle Doette as fenetre se sied,
Lit en un libre,
mais au coeur ne l'en tient"
(La bella Doette si siede alla finestra
legge
un libro, ma col cuore non lo segue.
(1)
Possiamo pensare che molti manoscritti
anonimi, com'era abitudine dell'epoca per persone non di stirpe regale, siano
stati composti da donne.
(1) Régine Pernoud , Quelle che leggono
e quelle che scrivono in La femme au temps des cathédrales,
Paris 1980; tr. it. Maria Gabriella Cecchini, La donna al tempo delle cattedrali,
Rizzoli, Milano 1982, pp.60-70