Donne e conoscenza storica
  
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Rosvita

La politicità della storia: Gesta Ottonis e Primordia Coenobii Gandeshemensis

L'indipendenza economica

Troviamo ora il terzo dialogo dei Primordia. Nel primo col papa si sanciva l'indipendenza giuridica, col secondo tra Gerberga e Bernardo quella dal vincolo matrimoniale, con il terzo quella economica. Oda infatti, mossa da passione materna e forte dell' autorità, riconosciutale dai grandi del regno, può esortare ed ammonire affinché vengano offerti doni che consentano alle sue donne di vivere degnamente. (v.425-444, MM)

Inoltre, con la passione dell'amore materno, che dev' essere tenuto in grande onore, nutriva quelle stesse che andava chiamando molto spesso sue donne. Ad esempio ogni volta che dei suoi nipoti ed illustri discendenti, che una carica innalzava ad alti onori, si erano accordati per arricchire la fondazione, gareggiando nel donarle regali scintillanti, in quanto illustre suocera del re e propria parente, si dice che li affrontasse subito con queste parole:
"Esortandovi vi ammonisco, o mia cara progenie, che vi prodighiate ad arricchire generosamente con doni convenienti le nostre donne, le quali devono onorare qui con zelo i nostri santi patroni; oltre ai meriti dei quali, e alle devote preghiere, anche il raggiungimento della desiderata prosperità per mezzo dei doni rende accessibile per noi la dignità del rango regale".
Con questo ragionamento aveva persuaso tutta la sua famiglia a curare con sollecitudine il convento.

Le relazioni femminili contano anche fuori dal cenobio per influire su chi ufficialmente detiene il potere, infatti è l'intervento di Liutgarda, che spinge il re, suo marito, a fare ampie donazioni al monastero, e Rosvita, ben consapevole delle necessità economiche, ne fa materia di poesia, o meglio usa il suo poema, trasformandolo in una testimonianza di carattere giuridico, pur sottolineando l'intercessione dei santi patroni. (v.444-457, FM)

E prese in uso i luoghi che per dono del genero re Ludovico avrebbe comunque posseduto,/ e ugualmente permettendolo la sua (del re)benigna pietà faceva sì che fossero offerti alla chiesa di Gandersheim.
E il re non onorò meno quel luogo, pregandolo piamente la bontà della regina Liutgarda; ma dandogli in dono aggiunge a quel luogo molti poderi, concedendoli in possesso a Gerberga, la nostra amabile reggitrice, e appunto sorella della stessa illustre regina.
Il re Arnulfo, suo successore, in seguito conferma queste donazioni mediante una donazione scritta secondo il diritto regio, con dei vigneti aggiunti come suo dono.
E così accadono molte vicende favorevoli per il monastero, grazie all'intercessione dei santi meriti dei Sommi Pontefici, in onore dei quali si sa fu dedicato.

Purtroppo "molti di coloro sul cui sostegno era fondato il cenobio" (v. 463) muoiono: il re Ludovico, la regina Liutgarda, e poi anche Gerberga, dopo ventidue anni di priorato. La loro morte è considerata "una decisione veramente salutare di un giudizio superno"(v.461) "affinché
un tale successo di prosperita` non spingesse ad esaltarsi più del giusto le fragili menti" (458-459) e "affinché fosse messa alla prova la nostra fortunata signora" (v. 460)
Si sottolineano le conseguenze economiche della loro scomparsa e si segnalano il sostegno dato in vita al monastero: Ludovico "aveva messo a disposizione molti luoghi prima dedicati all'ossequio verso il sovrano, e che con la firma apposta di suo pugno sotto il suo nome aveva confermato tutti i diritti del nostro monastero" (v.466-469) (1)

(1) Va ricordato che con Carlomagno si sviluppa una tradizione che vede sempre più legata la sorte del regno e dell'impero a preghiere propiziatorie. Vedi più precisamente David F.Noble, Un mondo senza donne e la scienza occidentale, tr.it G. Ferrara degli Uberti, Bollati Boringhieri, Torino, 1994, pp. 121-131), Liutgarda "lasciò questo mondo, non senza grave danno per i nostri interessi" (v.474), ma anche Gerberga "ornò sempre il cenobio di doni splendenti, e aggiunse alle nostre disponibilità grandi vantaggi".(v. 478,479)