Leggende
e dialoghi drammatici: un'unica grande opera
Conoscenza e sapere
Il dramma Taide introduce, proprio al
suo inizio, anche un altro tema importante per Rosvita, quello del rapporto col
sapere. Infatti nella prima scena troviamo un lungo dialogo
in cui Pafnuzio
spiega ai suoi discepoli i fondamenti della teoria musicale e dell'armonia e l'organizzazione
del sapere medievale, basandosi su Agostino, Boezio e Marziano Capella.
Dunque,
per bocca di un uomo, Rosvita può mostrare la sua dimestichezza con complessi
argomenti della cultura ufficiale dell'epoca, tanto che i discepoli esprimono
la loro
difficoltà a comprenderli. Ma Pafnuzio informa anche sulle modalità
che gli hanno consentito di apprenderli (1) .
" Ho cercato di rendervi
partecipi di una minuscola goccia di sapienza. Mi ci sono imbattuto e l'ho assorbita,
mentre traboccava dalle coppe ricolme dei saggi, e non è che mi fossi fermato
per raccoglierla, passavo di lì per caso"
Rosvita dunque denuncia
un apprendimento non sistematico e successivamente polemizza con le posizioni
monastiche di rifiuto della cultura. Infatti i discepoli riportano la frase di
S. Paolo " Dio ha scelto gli sciocchi per confondere i sapienti", a
cui segue questo articolato discorso, interrotto
da semplici parole di assenso
dei discepoli (2).
"Sciocco o sapiente, chi agisce da malvagio merita
di essere confuso da Dio.(...)
Non la conoscenza acquisibile offende Dio, ma
l'ingiusta presunzione del saggio. (...)
E in gloria di chi si può volgere
più degnamente e giustamente la conoscenza delle arti, se non in gloria
di colui che creò lo scibile e ci diede il sapere? (...)
Quanto più
si comprende con quale meravigliosa legge Dio abbia collocato ogni cosa secondo
numero, misura e peso, tanto più si arde d'amore per lui.
Il discorso
è una puntuale difesa del diritto alla conoscenza, messo in discussione
non solo per gli eremiti, ma spesso per le donne. Ida Magli (3) infatti sottolinea
che il monachesimo maschile si è costituito sul rifiuto della cultura,
abbandono e disprezzo del mondo in quanto beni caduchi che ostacolano il rapporto
con Dio, mentre per la donna è stato piuttosto un modo per ribellarsi alla
sua
condizione di 'funzione' per l'uomo e di trovare una propria individualità
e autosufficienza.
I
monasteri femminili sassoni, oltre ad essere luoghi di formazione culturale per
le donne, consentivano loro tempi e spazi per un'autorappresentazione e la costruzione
di relazioni femminili che davano ad alcune di loro l'autorità per interloquire
con uomini e donne.
L'importanza della cultura era già stata presa in
considerazione da Rosvita nella settima leggenda Dionigi, infatti il protagonista,
è il primo vescovo di Parigi, St.Denis, che in quell'epoca si confondeva
con il filosofo del V-VI secolo Dionigi Areopagita.
Ma questa tematica viene
direttamente legata a vicende femminili nel parallelo dramma: il Martirio delle
sante vergini Fede, Speranza, Carità, conosciuto anche come Sapienza, dal
nome allegorico della madre delle tre ragazze.
Sarà proprio quest'ultima
a prendersi gioco dell'imperatore, spiegandogli la teoria dei numeri di Boezio,
per indicare l'età delle sue figliole. "Rosvita mostra come il sapere
possa favorire le donne nella loro relazione con uomini potenti, perché
offre loro la possibilità di stabilire il dialogo da posizioni di forza"
(4).
"Prendere in giro l'imperatore Adriano, per pagano che fosse,- sottolinea
Rivera- (5) collocandolo sulla scena ridicolizato da donne, aveva probabilmente
nella Sassonia del secolo X il peso aggiuntivo che i suoi re si erano dichiarati
continuatori dell'impero romano e come tali si facevano incoronare."
Attraverso
la preghiera finale della madre sulla tomba delle figlie, un testo poetico - religioso
di grande intensità, Rosvita tratta argomenti teologici, come già
aveva fatto per
bocca di S. Giovanni. Anche la dissertazione matematica, come
quella musicale di Pafnuzio, hanno uno scopo religioso, in quanto le conoscenze
matematiche consentono di
"lodare la straordinaria saggezza del Creatore
e la mirabile sapienza dell'Architetto del mondo che, creandolo in principio dal
nulla, non solo collocò ogni cosa secondo numero, misura e peso, ma consentì
che si potesse scoprire la mirabile sapienza delle sue arti anche nella serie
successiva dei tempi e nelle generazioni degli uomini"(6).
Inserita
nella cultura dell'epoca, Rosvita riserva alla teologia il posto di coronamento
di tutte le scienze, di cui qui sottolinea l'importanza per le donne.
"Nelle
due lunghe interpolazioni al modello (la dissertazione sui numeri e la preghiera
finale) è Rosvita che per bocca della protagonista lancia una sfida ai
"sapientes" e al mondo della cultura in generale, sia religiosa sia
laica. Per il suo ultimo dramma, volutamente il più esile e scarno come
struttura scenica, l'autrice ha scelto come riferimento un testo che le permetteva,
grazie al significato allegorico del nome di una delle protagoniste, di trasferire
su questa una
forte carica autobiografica." (7)
Ma, a mio avviso,
l'aspetto autobiografico in quest'opera non si limita solo all'interlocuzione
con i sapienti, di cui è testimonianza anche la lettera a loro rivolta
e posta all'inizio dei drammi (8), ma riguarda in particolare il tema dell' autonomia
femminili e rispetto all'ordine maschile e quello dell'importanza e della qualità
delle relazioni tra donne.
(1)
Conversio Thaidis meretricis, scena I, 19, p.229
(2)
Conversio Thaidis meretricis, scena I, 19, p.229
3)
Ida Magli , Il problema antropologico culturale del monachesimo femminile, in
Enciclopedia delle religioni, voce Monachesimo, vol. IV, Vallecchi, Torino 1972,
p. 631.
(4) Montserrat
Cabre i Pairet, La ciencia de las mujeres en la edad media. Reflectiones sobra
la autoria feminina, in La voz del silencio II Historia de las mujeres: compromiso
y metodo, Edicion de Cristina Segura Graino, Asociacion cultural Al-Mudayna, Madrid
1993, p. 63
5)
María Milagros Rivera Garretas, Hrotsvitha de Gandersheim: la sonrisa,
la risa y la carcajada, in Textos y espacios de mujeres, Icaria Editorial,
Barcelona 1990, trad. Luciana Tavernini, pp. 100-101
(6)
Passio sanctarum virginum Fidei, Spei et Karitatis, scena III, 22, p.287
(7)
Un'analisi accurata del dramma, che ne pone in luce l'originalità rispetto
alle fonti, si trova in Adele Simonetti, Le fonti agiografiche di due drammi di
Rosvita in "Studi medievali", serie III, XXX (1989), fasc. 2, pp. 661-695Le
fonti .. op. cit. da cui è tratta la citazione, p. 676
(8)
I Dialoghi drammatici sono preceduti dalla Prefazione e dalla Lettera della medesima
ad alcuni dotti sostenitori di questo libro che si trovano in Rosvita, Dialoghi
drammatici, trad. di Ferruccio Bertini, Garzanti, Milano 1986, pp. 6-15