Donne e conoscenza storica
  
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Rosvita


Leggende e dialoghi drammatici: un'unica grande opera


La passione amorosa

Il tema della sessualità è affrontato anche nelle successive quarta leggenda e commedia, trattando in entrambe aspetti anche scabrosi e violenti. In esse Rosvita appare un'attenta e sensibile conoscitrice delle passioni umane.
Nella leggenda Pelagio, la cui storia è stata narrata all'autrice da un testimone oculare, nativo di Cordova.
In essa si narra di un giovane cristiano, ostaggio al posto dello zio vescovo. Il ragazzo, essendosi rifiutato di divenire l'amante del califfo, viene condannato a morte.
La scena della seduzione (Pelagio, v.227, 270) è, secondo Dronke, tratteggiata "con penetrazione e audace realismo; le sue (del califfo) parole al riluttante Pelagio - o lascive puer, iactas te posse licenter spernere.- sono degne degli epigrammi dell'Antologia Greca." (1)

Nella parallela commedia Resurrezione di Drusiana e Callimaco si tratta invece della passione del giovane per Drusiana, fino al punto di desiderare di violarne il cadavere.
Il crescere della passione amorosa e i suoi effetti sull'amata vengono delineati da Rosvita con accuratezza e partecipazione in diverse scene, analizzate in Libere di esistere, a cui rimando.
Ad esempio nel dialogo con cui Callimaco comunica ai suoi amici l'intento di conquistare Drusiana o in quella in cui il giovane si dichiara direttamente a lei.

Rosvita inoltre nella scena in cui Callimaco vuole violarne la salma, spinto da Fortunato, il guardiano della tomba, si mostra consapevole del potere della bellezza femminile sugli uomini e di come essi possano diventare irragionevoli, soprattutto quando una fantasia folle viene giustificata dalla connivenza di un altro uomo.
Il misfatto non si compie perché un serpente mostruoso assale Fortunato e Callimaco muore per il terrore provocato dalla visione terribile di un giovane dal volto sfavillante.

(1) Peter Dronke, Women writers of the Middle Ages, Cambridge 1984; tr. it. Eugenio Randi, Donne e cultura nel Medioevo. Scrittrici medievali dal II al XIV secolo, Il Saggiatore, Milano 1986, p.90; "Oh giovane lascivo, impunito ti vanti di dispezzare..." v. Anth. Graeca XII,2250