Leggende
e dialoghi drammatici: un'unica grande opera
Le relazioni
femminili
Io credo che il rapporto madre-figlia non si esaurisca in
ambito familiare, ma sia già in quest'opera il modello esemplare di rapporto
autorevole tra donne, che verrà sviluppato con la figura di Oda nella storia
di Gandersheim.
Infatti anche qui Sapienza non è sola a piangere le
sue figliole.
Attorno a lei accorrono le matrone che ungono con balsami i
corpi e celebrano con tutti gli onori i funerali, chiedono di seguire le salme
a tre miglia dalla città.
La madre, come un sacerdote, alla presenza
delle donne compie il rito funebre, affidando le figlie alla terra, quasi nuova
madre per loro (Passio sanctarum virginum Fidei, Spei et Karitatis, scena IX,
1, p. 311).
"O terra, ti affido i fiorellini del mio grembo perché
tu li conservi: riscaldali materialmente nel tuo seno, finché riverdiranno
con maggior gloria nella resurrezione; tu, intanto, o Cristo, colma le loro anime
di fulgore e concedi pace e riposo alle loro ossa."
Poi ringrazia
le sue compagne per la generosità con cui hanno confortato la sua solitudine.
Sono rimaste tre notti, le chiedono cosa fare per lei, lei vuol chiedere a Dio
di morire.Loro le restano accanto mentre innalza la sua intensa prece.
Che
Rosvita avesse già intuito l'importanza dell'appoggio delle altre donne
per il rafforzamento della propria volontà e la realizzazione dei propri
desideri, tema, secondo me, centrale nei Primordia, è dimostrato anche
dal Gallicano, primo dei drammi. Gallicano, dovendo partire per la guerra contro
gli Sciti per ordine dell'imperatore, chiede a costui la mano della figlia Costanza.
L'imperatore Costantino, sapendo che la giovane si è consacrata a Dio,
"angosciato e in preda a una profonda tristezza" si consulta con lei.
Ed appunto la donna saprà trovare la soluzione (Gallicanus I, scena II,
5, p. 35).
"Fingi astutamente di essere pronto ad esaudire i suoi
desideri a spedizione conclusa e, perché mi creda consenziente, convincilo
a lasciare con me intanto le sue figlie Attica e Artemisia, una sorta di pegno
per rafforzare il nostro amore, e ad accogliere tra i compagni di viaggio i miei
primiceri Giovanni e Paolo."
Mi sembra che questo passo segnali l'importanza
attribuita da Rosvita alle relazioni da un lato tra donne e dall'altro tra uomini
rispetto a scelte fondamentali nella vita. Infatti le figlie di Gallicano si convertiranno
e Giovanni e Paolo consiglieranno il generale, nel momento più pericoloso
della battaglia, ad affidarsi al dio cristiano, facendo in modo che costui non
voglia più opporsi ai desideri di Costanza.
E' interessante notare
come il tema del rispetto delle scelte femminili rispetto alla sessualità
sia nelle due opere di inizio dei drammi una ripresa, con un superamento in positivo,
di quello trattato nell'ultima leggenda Agnese.
Infatti Costantino è
una figura di padre opposta a quella del padre di Agnese, che come Costanza aveva
consacrato la sua vita a Dio. L'imperatore, nonostante rappresenti il maggior
potere mondano, sa di non potersi opporre ai desideri della figlia, mentre l'altro,
d'accordo con il fidanzato, pensa di piegarla, rinchiudendola in un postribolo.
Notiamo dunque un altro di quei parallelismi tra i due cicli, che portano a sostenere
il farsi di un progetto unitario.
Resta da spiegare il poemetto finale di
trentacinque esametri, che descrive scene dell'Apocalisse.
Kuhn (1) sostiene
che il ciclo iniziato con la nascita di Maria e l'ascensione del Cristo si conclude
coerentemente con le scene della fine dei tempi e Dronke ritiene che questi versi
potessero venire recitati, come altri simili coevi. Inoltre si chiede come Rosvita
sia giunta a concepire i suoi parallelismi strutturali e tematici e prova a paragonarli
a modelli iconografici, come il ciclo di rilievi del palazzo di Ingelheim, dove
erano rappresentati eroi pagani e cristiani, o la doppia serie di dodici affreschi
con scene dall'Antico e dal Nuovo Testamento della vicina chiesa imperiale. E
conclude: "In breve, lo schema di Rosvita per le leggende e le commedie andava
quasi certamente ben oltre qualsiasi struttura visiva ella potesse aver osservato.
Nell'armonia del tema e della struttura che le è riuscito di raggiungere,
Rosvita ha ottenuto il più audace ed elaborato progetto compositivo della
letteratura e dell'arte carolingia e ottoniana, almeno a giudicare dai monumenti
che restano." (2)
(1)
Hugo Kuhn, Dichtung un Welt im Mittelalter, Stuggart,1959, pp.91-104
(2)
Peter Dronke, Women writers of the Middle Ages, Cambridge 1984; tr. it.
Eugenio Randi, Donne e cultura nel Medioevo. Scrittrici medievali dal II al
XIV secolo, Il Saggiatore, Milano 1986, pp.91-93, la citazione è a
p. 93