Leggende
e dialoghi drammatici: un'unica grande opera
La relazione
con la madre e la sorellanza
La forza per trasformare la tortura in gloria deriva appunto,secondo
l'autrice, dal rapporto tra sorelle e dalla presenza incoraggiante
della madre. Il
dialogo che accompagna il martirio delle tre ragazze è
infatti punteggiato da frasi affettuose e di incoraggiamento
reciproco.
Alle
relazioni femminili, che rafforzano e permettono di superare le difficoltà,
si contrappone il mondo maschile sia sotto l'aspetto della crudeltà, che
quello di un lusingante amore paterno. Infatti l'imperatore Adriano, percependo
l'autorità materna e la sua grande forza, rivolgendosi a
Speranza, tenta
di contrapporvi quella paterna (Passio sanctarum virginum Fidei, Spei et Karitatis,
scena.V, 16, 17, p.297).
"Ubbidisci, Speranza, al mio invito; io
ti consiglio con l'affetto di un padre." e poco più oltre
"Deponi
la durezza d'animo e chinati per offrire incenso alla grande Diana: io ti onorerò
e ti innalzerò con tutto il mio affetto al rango di figlia."
Ma
subito Speranza risponde:
"Respingo questa tua paternità, non
ambisco affatto ai tuoi benefici; se speri che io ti ubbidisca, ti culli in una
vana speranza."
E, colpita dalle frustate, non prova alcun dolore
grazie alle preghiere di sua madre e, prima di morire, incoraggia la sorella (Passio
sanctarum virginum Fidei, Spei et Karitatis, scena V, 26, 27 p.301, 303):
"Amata Carità, mia sola sorella, non temere le minacce del tiranno...."
e
poi la madre
"Coraggio, nobile madre, sii felice; non dolerti con amore
materno per il mio martirio..."
La più piccola chiede alla
madre di essere sostenuta con le preghiere e, prima di morire, le chiede un bacio.
La
morte per martirio rende grande la figlia. Sapienza infatti le dice (Passio sanctarum
virginum Fidei, Spei et Karitatis, scena VII, 2, p. 309):
"Addio
figlia dolcissima, quando sarai unita a Cristo in cielo, ormai diventata la mia
protettrice, ricordati della madre che ti ha partorito."