Donne e conoscenza storica
  
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Rosvita


Il monastero: una comunità femminile



Nel X secolo - come con più evidenza accadde nei secoli successivi - la scelta di vivere in comunità femminili da parte di donne della nobiltà non sempre era accettata favorevolmente dai parenti. Parti delle opere di Rosvita dimostrano l'insensatezza di tale opposizione. Il tema dell'importanza di rispettare la volontà femminile, sostenuta anche dalla protezione divina, è trattato nella leggenda Agnese, nei drammi Gallicano I-II e nell'episodio di Gerberga e Bernardo nei Primordia.
Ma quali persone vivevano nell' abbazia di Gandersheim?
C'erano, oltre a serve e servi, monache e canoniche, che seguivano la Regola di S. Benedetto, incluso il canto delle ore canoniche, cioè la recita collettiva di alcune preghiere in ore stabilite che scandivano i diversi momenti della giornata.
Come sottolinea Ida Magli (1) "[...] la 'regola' permetteva alla donna di inserirsi in un ritmo che, appunto perché prescritto, è 'sociale', cosa che invece non è mai stata esplicita nella vita quotidiana, domestica." Io però penso che la socialità di un monastero femminile non derivasse tanto dall'obbedienza a una regola, accettata, credo, più per necessità politiche esterne, quanto da un riconoscimento di autorità verso alcune donne, che, pur vivendo all'interno del cenobio, non sempre vi ricoprivano ruoli ufficiali di potere. Formulo tale ipotesi, che approfondirò più oltre, anche in base ai Primordia, dove Rosvita sottolinea a più riprese l'importanza di Oda, fondatrice, sostentatrice, mai badessa, ma madre reale e spirituale delle altre ospiti.

Rosvita, era canonica e, pur seguendo la Regola di S. Benedetto, aveva possibilità di movimento e di contatti con la corte. Sicuramente la corte soggiornò nel monastero quando venne consacrata canonica la giovane principessa reale Sofia nel 989 e quando, l'estate successiva, l'imperatrice Teofane ritornò dall'Italia, dove aveva assunto il titolo di "gratia divina imperator augustus. Nel 989 "una cerimonia caratteristica dei tempi ottoniani si era svolta, il 18 ottobre, nell'abbazia di Gandersheim che poco prima Rosvita aveva descritto: Sofia, sorella di Ottone (III), di quattordici anni, vi aveva preso il velo. Sua cugina Gerberga, sorella del Duca Enrico di Baviera, era badessa. Sotto la sua tutela la bambina, offerta (oblata) dai suoi genitori al più tardi dal settembre del 979, era stata educata." L'estate successiva l'imperatrice Teofane vi si recò, di ritorno dall'Italia dove aveva assunto il titolo di gratia divina imperator augustus e dopo la Dieta pasquale a Quedlinburg, assemblea fastosa "trionfo della carriera politica di Teofane", a cui parteciparono molti principi (Ugo di Toscana, Mieszko di Polonia) e forse anche ambasciatori della Russia, appena convertita al Cristianesimo. Nel monastero Ottone III "poté festeggiare i suoi dieci anni vicino a sua madre di ritorno da Francoforte e con lei ritrovare una calda atmosfera familiare presso le religiose di Gandersheim."(2)

(1) Ida Magli, Il problema antropologico culturale del monachesimo femminile in Enciclopedia delle religioni, IV, voce "Monachesimo", Vallecchi, p.638
(2) Edmond-René Labande, Mirabilia mundi. Essai sur la personalité de Octon III, in "Cahier de Civilisation Médièvale", VI, 1963, pp. 302, 303, tr.it. di Luciana Tavernini.