Domande intorno alla parola scritta
Io
sono un'appassionata lettrice, che sceglie prevalentemente testi di scrittrici
perché in essi mi capita più spesso di trovare espressi sentimenti,
emozioni, sogni che mi appartengono e che, trovandoli scritti, imparo a riconoscere.
In questi scritti io trovo un aiuto per vivere.
Così mi domandavo
come facessero le donne prima di me.
Sicuramente dal Seicento fino ad oggi
la pratica della lettura di libri e riviste scritte da donne si è molto
diffusa sia in Europa che in America (1)
In Giappone l'invenzione del
romanzo è avvenuta ben settecento anni prima che da noi proprio ad opera
delle dame di corte e La storia di Genij, il principe splendente, scritta
da Murasaki Shikibu (2).
Rosvita
di Gandersheim dona il suo libro a Ottone I, in Opera nuper a Corrado Celte
inventa, Norimberga 1501, Biblioteca di stato di Monaco di Baviera |
In
Europa quali creazioni femminili sono state possibili e a quali condizioni?
E
chi sosteneva e sostentava una scrittrice? Come si procuravano questo spazio vitale
per poter mostrare i propri personaggi, le proprie storie? Da dove li traevano
e attraverso quali maschere mostravano se stesse?
Mi ponevo queste domande
perché io stessa stavo cercando le modalità per scrivere l'esperienza
di un gruppo di donne con cui avevo lavorato e mi accorgevo che, se non lo avessi
fatto, se ne sarebbe persa o distorta la memoria. Come già aveva scritto
Anna Commena, (3) sentivo che "la narrazione storica si trasforma in una
difesa molto poderosa contro la corrente del tempo e trattiene, in qualche modo,
il suo flusso incontenibile: e tutto ciò che vi è contenuto, che
è stato raccolto superficialmente, lo contiene, lo trattiene e non permette
che si dissolva negli abissi dell'oblio" (4)
Certo fare storia è
lottare contro l'oblio, ma obbliga ad assumersi la responsabilità di scegliere
quello che merita di essere tramandato. Mi trovavo di fronte al problema che la
storia è sempre ricostruzione. Mi chiedevo dunque in che cosa sarebbe stata
diversa una narrazione fatta da uomini o da donne soprattutto di imprese femminili.
Ma
dove avrei potuto trovare alcune risposte a ciò che chiedevo?
Volevo
ascoltare la voce delle donne che ci hanno preceduto, non sostituirmi a loro.
Marirì
Martinengo, a cui nella Comunità di pratica e riflessione pedagogica e
di ricerca storica (5) riconosciamo autorità e competenza, mi consigliò
di leggere Donne e cultura nel Medioevo di Peter Dronke (6), un libro che
presenta e interpreta un consistente insieme di testi composti da donne europee
dal II al XIV secolo.
Da qui è iniziato l'incontro con Rosvita, la sua
capacità di narratrice di leggende, di commediografa ironica, di storica
poeta.
(1) Un testo ricco
di informazioni e di indicazioni per un lavoro da svolgere nelle classi è
la dispensa del Gruppo Insegnanti di Milano, Libertà femminile nel '600,
a cura di Flora De Musso e Luisangela Lanzavecchia, supplemento al N. 4 di Via
Dogana, Milano, 1992
(2) Murasaki Shikibu, Storia di Genji.
Il principe splendente, a cura di Adriana Motti, Einaudi, Torino, 1992 e
Diario e Memorie poetiche, a cura di Richard Bowring, trad. di Pier Francesco
Paolini, Feltrinelli, Milano, 1984
(3) Anna Commena (1083 - 1150) Figlia primogenita
di Irena Duca e Alessio I, fu educata a diventare imperatrice di Bisanti fino
a quando non nacque tardivamente un erede maschio. Alla morte del padre (1118)
organizzò contro il fratello Giovanni un complotto, che non ebbe successo.
Grazie alla sua profonda cultura animò un circolo filosofico in un monastero
della capitale. Scrisse L'Alessiade, un'opera in 15 libri, pregevole per
l'eleganza dello stile e la viva partecipazione agli avvenimenti, dove racconta
le vicende del regno del padre ed è una fonte essenziale, anche per la
storia delle Crociate.
(4) Anna Commena cit. in Monserrat Cabre i Pairet, La
cienca de las mujeres en la etad media. Reflexiones sobra la autoria feminina
,in La voz del silencio II. Historia de las mujeres: compromiso y metodo
Associacion cultural AL-MUDAYNA, Madrid, 1993, pag.63,65.
(5) Il percorso,
effettuato nel 1991 e 1992 dalla Comunità, è stato descritto nel
saggio Storia di una storiadi Graziella Bernabò, Manuela Lale Gerard
e mio, pubblicato in Quaderni di Pedagogia - La prima ghinea, n.4, Rosemberg
& Sellier, Torino, 1995
(6) Peter Dronke, Women Writers of MiddleAges,
Cambridge 1984; trad. it di E. Randi, Donne e cultura nel Medioevo.Scrittrici
medievali dal II al XIV secolo, Il Saggiatore, Milano 1986