Rosvita:
la vita
Di Rosvita, detta anche Hroswitha o Hrosvith, nata intorno
al 935 e di cui non si hanno più notizie dopo il 973, ci restano in latino
un ciclo di otto leggende in versi e uno di sette commedie in prosa rimata e un
poemetto, inoltre due poemi di carattere storico: il primo Gesta Ottonis
di 1517 versi e l'altro Primordia Cenobii Gandeshemensis di 594 versi sulle
origini del monastero, dove visse. In italiano prima del nostro libro erano state
tradotte le commedie, quasi tutta l'introduzione alle leggende e quaranta versi
dei Primordia.
Si sa che Rosvita viveva a Gandersheim, il monastero
di cui narrò la storia, fondato nell'852 dalla duchessa Oda e da suo marito
Liudolfo, trisavoli dell'imperatore Ottone I.
"È dimostrato che
Rosvita non fu monaca, ma canonica, La differenza è importante perché
le canoniche di Gandersheim pronunciavano solo due dei tre voti monastici: quelli
di castità e obbedienza, ma non di povertà. Potevano, pertanto,
disporre della loro ricchezza e sicuramente, grazie a questa disponibilità,
vivere meno rinchiuse delle monache.
Tenevano contatti molto stretti e frequenti
con la corte degli Ottoni."(1)
Come tutte le donne di Gandersheim,
escluse le serve, anche Rosvita era nobile, probabilmente parente della precedente
badessa Rosvita I e quindi anche della casa reale. Poteva quindi mantenere il
suo patrimonio, avere serve e servi, acquistare libri (manoscritti), invitare
persone ed andare a trovarle senza difficoltà e, se avesse voluto abbandonare
il convento per sposarsi, avrebbe potuto farlo.
(1)
Maria Milagros Milagros Rivera y Garretas, Textos y espacios de mujeres.(Europa,
Siglo IV - XV), ICARIA, Barcellona 1990, p.83 (la traduzione del testo è
di L.T.)
Sulla vita quotidiana in un monastero vedi Régine Pernoud,
La donna al tempo delle cattedrali, Rizzoli, Milano 1982, pp.33- 35