Donne e conoscenza storica |
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Teoria del conflitto: Bisogni fondamentali, diritti umani, universali e differenza sessuale La teoria del
conflitto, divulgata in altre lingue, č ancora poco conosciuta al
pubblico italiano. E' necessario, per proseguire il discorso, fare riferimento al conflitto della Nato contro la Serbia per riaffermare i diritti umani della parte albanese del Kosovo. E' questa guerra balcanica, la prima dopo la seconda guerra mondiale. E' nel 1941 che, in pieno conflitto, USA e Gran Bretagna ribadiscono nella Carta Atlantica, per la prima volta, i punti ideali di un esteso programma di difesa dei diritti umani calpestati dalla guerra e dalle dittature. Invece le motivazioni politiche dell'intervento americano prossimo in Kosovo le leggiamo fra i tanti interventi e comunicati emessi dagli USA in un'intervista rilasciata a Limes dall'ambasciatore americano a Bruxelles nel 1998. All'interno di queste risposte è possibile leggere gli orientamenti futuri degli USA e lo stagliarsi di motivazioni ideali mescolate a scelte di altro carattere come il ripetuto accenno alla Macedonia, unico stato della Federazione jugoslava a garantire il programma ideale degli USA. Come è noto quando gli USA intervennero direttamente nel conflitto bombardando la Serbia la motivarono come una guerra in difesa dei diritti umani e coniarono l'espressione di 'guerra etica' . Chi si č scontrato contro questa guerra ha manifestato anzitutto dissenso di fronte a quello che č stato interpretato un motivo di copertura, e una conseguente reazione incongruente ai fini umanitari che si proponeva. Da parte di alcune donne, fra le quali la sottoscritta, la dissociazione dalla guerra in corso assunse una curvatura critica verso la teoria dei diritti umani Nonostante esista una formulazione femminile dei diritti, questi diritti universali a difesa dei bisogni fondamentali, presentano una coniugazione che ignora la differenza sessuale. Il pensiero della
differenza sessuale- come spiega Lia Cigarini in La Politica del
desiderio, Pratiche, 1998 - è anzitutto una pratica politica
e una presa di coscienza delle donne che non intendono vedere il mondo
come gli uomini. Di conseguenza non ha significati possibili pensare
i diritti delle donne assimilandoli a quelli maschili, le donne pensano
in proprio e hanno una visione della realtà che va individuata
nella sua eccentricità rispetto a quella degli uomini. Oltre
a questa idea di massima c' è una conduzione della vita materiale
che in quanto detto a proposito dei bisogni evidenzia la presenza della
differenza. Le donne si puo' dire che abitano il tempo della pace e della guerra con molti tratti in comune. Le donne di Rosenstrasse, per esempio. Sono quelle mogli di ebrei deportati nel 1943 che portarono avanti la protesta a Rosenstrasse. (cfr. Nina Schroder, Le donne che sconfissero Hitler, Pratche, 2002). E' uscito ultimamente un film di Margarete Von Trotta su Rosenstrasse. Straordinario fu che in questa unica protesta pubblica contro la dittatura nazista protagoniste furono le donne e che inoltre invece di essere deportate riebbero i mariti e i figli. Le donne in quella occasione si comportarono facendo l'unica cosa che a loro sembrava giusta e naturale, richiesero a viva voce i loro mariti. Adesso sono in molti a chiedersi se qualcosa era possibile fare in quel periodo. I diritti universali non ce li deve insegnare nessuno, quindi, sono una parte della pratica quotidiana delle donne e se non si guarda alla differenza sessuale sfuggono come la storia delle donne di Rosenstrasse che solo nel 1998 sono riemerse alla coscienza e alla memoria storica.
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