Donne e conoscenza storica


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Politica delle donne, diritti universali e diritto sessuato

Le organizzatrici dell' ONU hanno costruito ed emanato una rete di emendamenti e dichiarazioni di diritto che danno evidenza ai caratteri sessuati del diritto.
Questo cambiamento di ottica č avvenuto negli anni, a cominciare dagli appelli alle donne dopo il secondo conflitto mondiale da parte di Eleanor Roosvelt.
La graduale interpretazione della presenza femminile negli assetti sociali ha favorito la valorizzazione dell'autodeterminazione e delle scelte femminili.
Questa politica autocentrata sulle donne avviene in seguito alla presenza del movimento delle donne nel rivoluzionamento socio- culturale del XX secolo.
Sul ruolo avuto dal movimento delle donne nella rivoluzione culturale che ha scosso questo secolo rimando piu' avanti al capitolo 'La rivoluzione culturale' in ''Il secolo breve'' di E.Hobsbawm. (14)

Tuttavia la questione dei diritti universali rivisitata e sperimentata in quest'ultima guerra, nel Kossovo, vediamo che ha negato qualsiasi articolazione dei diritti nel senso della differenza sessuale.
Questa guerra, neanche a parole, si č posta preoccupazioni sulle sorti delle donne e dei minori; gli obbiettivi agitati sono stati appelli ai diritti umani, sostenuti anche da esponenti femminili dei ceti dirigenti e intellettuali dei vari paesi in conflitto.
Invece il risultato della guerra ha dimostrato che il pensiero della differenza non č un optional adatto ai tempi della pace, ma piuttosto una urgente necessitā . Di questa guerra non siamo ancora al capitolo finale , benchč l'intesa sia stata raggiunta con la cessazione dei bombardamenti, e giā sappiamo che le vittime civili - che sono ormai il 90% delle vittime delle guerre - anche in questa occasione hanno pagato più di tutti e fra queste le donne sono state le vittime piu' numerose << con maltrattamenti e uccisioni>>. Gli osservatori Osce - come scrive Marina Forti nell'intervista a Sefdije Ahmeti del Centro protezione donne di Pristina lo hanno accertato. (15)
Alcune donne della Libreria delle Donne di Milano (16) hanno messo in guardia che la politica dei diritti universali è la copertura a problemi di altra natura; essa sposta il senso della politica della differenza femminile su un terreno 'culturale' inglobato e sottaciuto per fare spazio a questioni ritenute piu' pressanti e primarie.

Come si afferma in questi scritti, la guerra combattuta in nome della ingerenza umanitaria, toglierebbe ogni parola alle donne indicando per loro come per gli uomini una strada unitaria in nome di una pace prossima .
Delle posizioni contrarie a questa politica pubblicate durante il conflitto mi sono trovata in accordo con gli scritti di G. Chiarante e L. Ferrajoli (17). Anche se pur in questi scritti non c'č alcuna riflessione che porti a domandarsi se l'offesa ai diritti costituiti- come la violazione dell'articolo 11 della Costituzione Italiana - non riguardi anzitutto i diritti sessuati fra i quali segnalo la dichiarazione dello stupro come crimine di guerra.
C'č da chiedersi ,come spieghero' piu' avanti, se la politica dei diritti non vada completamente ripensata o perlomeno affiancata da una filosofia che faccia leva su altre pratiche e interpretazioni delle relazioni fra gli uomini e le donne.
Alcune hanno dichiarato che la politica della differenza non ha piu' spazio di fronte all'unanimismo degli slanci umanitari pre o post-guerra.
Per quanto mi riguarda ho richiamato alla coerenza con gli stessi programmi e convenzioni ONU stipulati in varie occasioni . Questi, messi in causa -in momenti di conflitto- avrebbero la capacitā di sospendere la logica belligerante e sanzionatrice del diritto per affermare la prioritā di obbiettivi diversi, quelli che garantiscono la libertā femminile o la inviolabilitā del corpo e la conservazione della vita umana.
Come si e' detto prima in riferimento alle posizioni assunte da alcune donne in Italia e non solo, come emergeva dalle lettere raccolte sui siti Internet e ai vari programmi ONU, questa politica della differenza femminile tende a valorizzare il lavoro e l'impegno delle donne in situazioni difficili. Questa ottica ha una connotazione pacifica e internazionalista. Non a caso fra chi pensa la peace research č possibile annoverare alcune donne italiane, come Donatella Della Porta (18) e Alessandra Nannei (19) economista e studiosa della comunicazione.. Nannei afferma che la guerra scoppia quando saltano le gerarchie che fino a poco prima dell'evento bellico erano giustificate e legittimate a governare. Individua un modo tipicamente 'maschile' in questo funzionamento di collettivi fortemente gerarchici e nel conseguente indebolimento dei dispositivi di potere.
Il soggetto che nel corso della storia anticipa il senso da dare al tempo presente č dunque femminile e maschile.

La ricerca da svolgere vuole decostruire la coppia mascolinitā - guerra nel duplice senso di conoscere

A)la presenza militare e civile delle donne nei conflitti

B)la critica al militarismo da parte del pacifismo femminista contemporaneo