AA.VV., Angela
Giallongo (a cura di), Donne di palazzo nelle corti europee. Tracce e forme
di potere dall'età moderna, Edizioni UNICOPLI, 2005
a
cura di Donatella Massara
Capire
nella storia delle donne dove e quando esistono cesure non è mai stato
facile. Non lo è neppure dopo oltre trentanni di ricerca storiografica.
Però una data di percorso pare assodata: è' l'inizio dell'età
moderna quando si fa strada l'idea che uomini
e donne sono uguali. Nel Quattrocento prende il via - e prosegue nel Seicento
- il dibattito sulla querelle des femmes. Il dibattito sul potere femminile
ha questo sfondo. Il mio interesse al periodo storico aggiorna l'ipertesto pubblicato
alcuni anni fa, in questo sito, Donne
all'inizio della storia moderna.
Nel
volume che ha curato
Angela Giallongo troviamo organizzati in sezioni apposite gli atti del convegno
con lo stesso titolo del libro tenuto
all' Università di Urbino, il
6 e il 7 maggio del 2004, con il contributo, fra gli altri, dell'Association Italiques
e della Fondazione Maria Bellonci.
Introduzione
(testo originale di Angela Giallongo)
La
curatrice insegna Pedagogia sociale e Storia dell'educazione alla Facoltà
di Scienze della Formazione dell'Università di Urbino.
Nell'Introduzione
oltre a esporre le sezioni della ricerca e ciò che contengono, la preoccupazione
della curatrice si allarga al presente e qui trova la motizìvazione che
ha ispirato la ricerca. Se la storia delle donne di palazzo fra XV e XVII secolo
dice che consente:<<d'inoltrarsi più che nei poteri ufficiali nei
meandri di quei poteri impliciti>>, queste donne impersonano il potere adattandolo
a forme <<ancora sconosciute>>. L'appassionarsi al tema, allora, è
rivolto a indagare gli "stili direzionali" delle donne di potere, per
capire se esse: <<hanno introdotto valori femminili sopravvissuti nella
coscienza collettiva>>. Quindi la leadership femminile ha
espresso un 'altra arte del comando? La domanda incrocia la preoccupazione per
il presente perchè << la mancata scalata femminile nel panorama della
postmodernità ai vertici dirigenziali [...] spinge a ripensare i rapporti
delle donne con il potere, a ricercare nel passato simboli, modelli e punti di
riferimento>>.
Hanno collaborato a spingere la ricerca sul presente
le studenti e gli studenti coinvolti nel Convegno che in questa occasione hanno
distribuito al pubblico perle nere, a significare che occorre non tanto
attribuire valori maschili alle donne, perchè sappiano comportarsi alla
pari degli uomini, ma piuttosto inventare nuovi rapporti sociali fra i sessi.
Per fare questa scoperta occorre sgombrare i pregiudizi, <<l'ingombrante
tradizione>>, le perle nere, come definiva Christine de Pizan i preconcetti
misogini. A fianco di questa opera rieducativa rimane aperto il senso della ricerca
storica attuale, quella che vede la necessità, <<già sentita
dagli illuministi, di una nuova storia, in cui le donne siano riconosciute
come protagoniste non insensate degli avvenimenti del passato. Del resto, anche
Christine de Pizan aveva ricordato ai suoi contemporanei
che l'Europa non sarebbe esistita senza il processo di civilizzazione femminile>>
I
saggi del libro presentano alcuni fili conduttori, anzitutto le figure femminili
sono riesaminate sotto uno sguardo che vuole liberarle di stereotipi storiografici
sedimentati, poi c'è l'evidenza rintracciata oltre che alla verità
storica, <<al ruolo di guida delle influenti donne di palazzo sulla scena
politica europea; ruolo negato dalle leggi e dai luoghi comuni del pensiero ufficiale
dei periodi presi in esame>>