Icone del
potere: simbolo e realtà nei ritratti di Elisabetta I Tudor
(testo
originale di G. Iammartino)
Lo
studio si concentra sulle strategie comunicative che adottò Elisabetta
I, offerte al suo popolo sotto forma di discorsi e scritti e di ritratti con lo
scopo di sottrarre la sua figura alla communis opinio.
Non solo le
ragioni della politica estera le suggerivano un matrimonio, anche l'obbligo di
dare un erede al suo popolo lo avrebbero imposto, lei però si sottrae -dice
lo studioso: <<poichè sposarsi avrebbe significato sottoporre la
propria persona ai comandi del marito [...] dichiara più volte di
essere già impegnata in un vincolo matrimoniale di ben più alto
valore, non fisico e materiale, ma politico e spirituale>>.
Rinunciando
al matrimonio e alla maternità, secondo lo studioso, Elisabetta esercita
un potere che nella sua realtà storica era maschile. Per capire che Elisabetta
non si avvale solo del rimbalzo fra i due sessi, si può vedere questa citazione
di un discorso del 1566 citato nel saggio:
Da
parte mia non mi preoccupo della morte, poichè tutti gli uomini sono mortali
e sebbene io sia donna, pure ho altrettanto coraggio, necessario per la mia posizione,
quanto ne ebbe mio padre. Io sono la vostra regina consacrata. Non verrò
mai costretta a fare nulla con la violenza. Ringrazio Dio di essere dotata di
qualità tali che, se venissi scacciata dal regno, in sottoveste, sarei
in grado di vivere in qualunque luogo della cristianità
(
p.97, Elizabeth I, Collected Works, The University of Chicago, Chicago-London,
2000- (eds) Marcus L.S., Mueller J., Rose M.B.)
L'immagine
di Elisabetta si avvale quindi di due direttrici di percorso, la sublimazione
della femminilità e l'acquisizione di qualità maschile. La terza
direttrice è la rappresentazione della regina come simbolo della monarchia
e del popolo inglese, dice il testo:<<incarnazione asessuata, nè
femminile nè maschile>> rappresentazione simbolica dello stato, "body
politic", asessuato e immortale.
Nei ritratti numerosissimi di Elisabetta
rintracciamo queste affermazioni. Coopera alla raffigurazione simbolica della
monarchia, la Riforma protestante che abolì l'iconografia religiosa nei
luoghi di culto e osteggiò il valore di immagini che apparissero troppo
realistiche. Dice allora il saggio:<<Ed è chiaro che tale concezione
'anti-realistica' della ritrattistica non potè che diventare del tutto
funzionale a una rappresentazione della sovrana che volesse mettere in secondo
piano la sua realtà fisica e sessuale per farne invece risaltare il valore
simbolico>>.
Il
testo riprende gli studi della ritrattistica elisabettiana -dei quali cito l'ultimo,
in ordine di tempo, pubblicato: Doran S. (ed) (2003), Elizabeth. The Exhibition
at the National Maritime Museum, Chatto & Windus, London.
Sono analizzati
i seguenti quadri:
- il primo ritratto di Elisabetta che non è ancora
regina di Guillim Scrots (1546) Collezione di Sua Maestà Elisabetta II
-Elisabetta I con le vesti dell'incoronazione nel 1559 e i capelli sciolti (simbolo
dello stato virginale), il ritratto è stato fatto nel 1600, National Portrait
Gallery
-Elisabetta I con un setaccio (simbolo di castità),1583 Siena
Pinacoteca
-Elisabetta I in veste bianca e ramo di ulivo (simbolo di pace),
Marcus Gheeraerts, 1585, Collezione privata
-Elisabetta I in Armada Portrait
con abito sfarzoso temepestato di perle (simbolo di purezza) tiene la mano sul
globo e indica le Americhe dove è stata fondata la prima colonia inglese,
chiamata Virginia,
in suo onore, 1588, Collezione W. Tyrwhitt-Drake
-Elisabetta I in Diitchley
Portrait, in abito bianco trapuntato di decorazioni oro e gioielli, sullo sfondo
il cielo è in tempesta ma si annuncia il nuovo giorno, Marcus Gheeraerts
il giovane, 1592, National Portrait Gallery
- Elisabetta I in Rainbow Portrait,
Ritratto dell'arcobaleno, Marcus Gheeraerts o Isaac Oliver, 1600, Hatfield House
<<Ancor più che nei ritratti precedenti, qui domina il simbolismo:
sebbene Elisabetta sia ormai settantenne, il suo viso è sempre giovanissimo,
e inoltre circondato da un'acconciatura particolarmente eleborata e ricche trine;
la sua eterna freschezza e giovinezza sottolineata dai fiori selvatici ricamati
sul vestito; la manica sisnistra del vestito è coperta da un serpente in
pietre preziose, che tiene in bocca un rubino: questo rappresenta il cuore della
regina, la sua bontà dunque, governata dalla saggezza, che ha nel serpente
un simbolo tradizionale; sulla sopravveste della regina sono ricamati occhi e
orecchi dappertutto, ovvero la sua fama non ha confini; infine la sovrana tiene
in mano l'arcobaleno, il cui significato è esplicitato dalla vicina scritta
Non sine sol iris: è il sole, simbolo di vita e di pace, che fa
nascere la bellezza dell'arcobaleno. Elisabetta è dunque l'eternamente
giovane regina della pace e della bellezza>>.