Percorsi
educativi al femminile tra Milano e Mantova alla metà del '400
(testo originale di
Monica Ferrari)
Nella
seconda sezione del libro intitolata Specchi tre saggi spiegano l'educazione che
le donne di palazzo ricevevano e come essa può avere formato lo stile femminile
nella gestione del potere.
I
percorsi educativi delle principesse bambine di casa Sforza e Gonzaga e di altre
donne privilegiate li collochiamo, dice la studiosa <<su uno sfondo complesso
sia dal punto di vista culturale che politico che ripensa la figura della donna
di potere e i meccanismi che presiedono alla sua formazione>>.
Nella
pedagogia degli umanisti era infatti suggerita la formazione non solo religiosa
ma anche letteraria delle ragazze. Famoso è l'insegnamento di Vittorino
da Feltre a Mantova dedicato alle figlie e ai figli dei Gonzaga, fra queste insieme
alle sue cognate c'era Barbara di Brandeburgo, giunta a Mantova ancora bambina,
sposa di Ludovico Gonzaga e che come Bianca Maria Visconti, sposa di Francesco
Sforza, avranno un ruolo rilevante nella gestione della famiglia e dello Stato.
Alcune notizie
sulla vita di queste bambine, figlie delle due famiglie nobiliari di Milano e
di Mantova, oggi le leggamo nelle lettere che scrivevano ai genitori, per obbligo
e probabilmente anche per affetto. Sappiamo così che i figli legittimi
e illegittimi crescevano insieme, e che la danza e la caccia giocavano un ruolo
centrale nella giornata dei piccoli principi, anche per le ragazze. Fra le più
promettenti della famiglia Sforza è Ippolita che, come i suoi fratelli
è educata allo studio delle arti liberali -oltre che alla caccia e alla
danza- e come loro viaggia; non è però addestrata a reggere lo stato
in assenza dei genitori, anche se l'esempio della madre è quello di una
donna il cui peso politico non è minore a quello del marito.
Anche
Barbara di Brandeburgo come Bianca Maria partecipò direttamente all'educazione
dei fgli e delle figlie. E' a lei che Bartolomeo Marasca enuncia i principi dell'educazione
umanistica in una lettera del 9 agosto 1458 <<basata sull'interiorizzazione
del comportamento esemplare, sulla lode, sull'emulazione e non sulle percosse>>.
La stessa lettera dove secondo alcune interpretazioni <<si può sostenere
che l'itinerario formativo delle bambine divergeva da quello dei fratelli maschi>>
I
maschi viaggiano e studiano per diventare uomini di potere per le donne la cultura
è un ornamento che non è un impegno professionale e non sostituisce
le qualità caratteristiche e i compiti precipui dell'essere donna.
Per
la bibliografia segnalo dell'autrice di questo saggio:
Ferrari
Monica, Per non mancare in tuto del debito mio. L'educazione dei bambini Sforza
nel Quattrocento, F.Angeli, Milano, 2000
Ferrari
Monica, Notizie di Barbara Gonzaga, in La scuola classica di Cremona, Annuario,
Vinciguerra, Pizzighettone, pp.157-166