Oggi
parleremo damore di
Marirì Martinengo
15 marzo 2003
Oggi parleremo
damore, iniziando dalle due trovatore di cui abbiamo più
opere (molte opere delle T. sono andate perdute o sono anonime): la
Contessa di Dia e Castelloza, di ciascuna delle quali abbiamo notizie
sulla vita: La Contessa di Dia, bella e saggia signora, era la moglie
di Guglielmo di Poitiers e si innamorò di Rimbaud dOrange
e compose per lui molte belle canzoni.
La signora Castelloza
era dAlvernia, una nobile dama, moglie di Turc di Meyronne.
Ella amò Armando di Brion e compose le sue canzoni per lui.
Era una signora molto allegra, molto istruita e molto bella. E qui
sono scritte alcune delle sue canzoni.
Molte vidas di
Trovatore e Trovatori, fra le quali probabilmente anche queste, sono
state scritte da Uc di Saint Circ, poeta anche lui, vissuto qualche
tempo dopo.
La prima visse
nel XII secolo, la seconda nella prima metà del XIII.
Sia della Contessa
di Dia (della quale ci resta anche uno spartito musicale) sia di Castelloza,
oltre alla vida e alle miniature che, nel manoscritto H, ne rappresentano
laspetto, ci restano quattro canzoni, per cui non è azzardato
tentare di tracciare un profilo della personalità di ognuna,
quale emerge dallanalisi delle loro poesie e anche dalle vidas,
che non sono poi così prive di valore storico, come sembra
e come si è a lungo creduto. Tracciare un profilo, mettere
in risalto unindividualità, con le sue caratteristiche
specifiche ed irripetibili, significa inoltre non considerare le Trovatore
come gruppo indistinto e omogeneo.
Nella mia ricerca
mi sono attenuta ai documenti: la vida fornisce le note biografiche
e le notizie riguardanti i trovatori amati o che le amarono, in base
alle quali si risale al tempo storico in cui vissero; per esempio,
il sapere che la Contessa di Dia era moglie di Guglielmo di Poitiers
(il primo ad aver usato i modi cortesi in poesia: la moglie, Felipa,
proveniva dalla penisola iberica, allepoca profondamente arabizzata,
e si può supporre che gli abbia fatto conoscere la poesia damore
in uso colà; io viceversa ne sostengo lorigine
europea) ci fornisce informazioni riguardo alla corte in cui visse,
lambiente culturale, sociale di cui era centro; Rimbaut dOrange,
il cavaliere da lei cantato, era molto noto allepoca sia come
trovatore sia come irresistibile rubacuori.
Altra fonte documentaria
sono naturalmente i loro versi che ci danno la cifra dellindole,
dellarte e del pensiero. Attraverso la ricostruzione geo-storica
dellOccitania dellepoca sono stata in grado di dar loro
uno spessore culturale anche in senso antropologico così come
le miniature coeve mi hanno mostrato visivamente volti, gesti, abiti,
posture. Avrei potuto lavorare di fantasia, ma non lho fatto.,
perché anche scarsi documenti, attentamente vagliati, dicono
più di quanto si possa immaginare. Ad ogni buon conto una studiosa
americana, Magda Bogin (The Women Troubadours, New York-London.
Paddington Press, 1976), negli anni settanta del secolo scorso, ha
perlustrato gli archivi storici provenzali, rinvenendo notizie sulle
famiglie di appartenenza, i luoghi di origine e di residenza e sulla
biografia di molte Trovatore. Essa ha effettuato i suoi studi sulle
femmes troubadours soprattutto per provarne lesistenza
storica, messa ancora in dubbio allora da più parti.
Le due poetesse,
come del resto tutte
le Trovatore, si mossero e aderirono ad un ambiente permeato di
valori umani, la loro spiritualità e la loro estetica sono
assolutamente laiche; in unepoca in cui il fervore religioso,
vivo nellortodossia come nelleresia, era in pieno rigoglio,
cantarono un amore terreno, il cui teatro è il mondo tangibile.
Questo atteggiamento è forse unico nel medioevo, probabilmente
anche per questo soffirono della damnatio memoriae: furono
a lungo dimenticate e si deve al movimento delle donne di questi ultimi
decenni la loro riscoperta.
Vediamole ora
una dopo laltra.
Nella briosa canzone
Di gioia e gioventù
mappago la Contessa esprime la felicità che deriva
da un amore corrisposto, in cui sentimento e stima reciproche si allacciano
strettamente. La Contessa si preoccupa che il rapporto con il cavaliere
amato sia equilibrato, dove quello che si dà sia alla misura
di quello che si riceve: la donna, gelosa custode della propria autorità
e del proprio prestigio, non deve buttarsi via con un uomo che non
la merita; continua col dire, nella stessa logica bilanciata, che
è necessario amare un uomo di pregio, perché lonore
si riverbera sulla donna; amare apertamente merita lapprovazione
dei prodi, cioè delle persone rette e assennate, alla quale
la Contessa tiene molto, perché rafforza la stima di sé
e, per estensione, di tutto il sesso femminile. La breve composizione
è densa di significati e segue coerentemente un ragionamento.
Anche nella successiva
Ora dovrò cantare
ciò che non vorrei la poetessa, con sollecitudine,
rassicura lamato di non aver commesso alcun torto verso di lui,
per cui lui deve riamarla, cioè la corrispondenza amorosa è
vista come un premio di buona condotta, il vassallo deve rispondere
positivamente alla generosità del feudatario; la Contessa è
inserita nel mondo feudale in cui vale la legge del concedere e del
pretendere in cambio: io, bella, nobile, di valore e soprattutto
sincera, ti ho dato e tu ora mi devi restituire. Un mondo
feudale sì, ma aperto e disposto ad accogliere la grande novità
delluso della lingua
materna in poesia e del ritorno allerotismo di ovidiana
memoria.
Sono poesie trasparenti,
in cui si afferma il desiderio di un amore leale, fondato su solide
basi di riconoscenza e di apprezzamento vicendevoli, un amore che
deve reggere al tempo.
La meravigliosa
canzone Sono stata in grave
angoscia è molto diversa dalle due precedenti: qui
vivacità, trasporto, passione trionfano, occupano tutto lo
spazio, non cè posto per i ragionamenti, la Contessa
ama, lo dichiara ad alta voce, lo grida; con grande spregiudicatezza
manifesta i suoi desideri erotici, al di fuori di ogni ritegno, senza
nessunaltra preoccupazione: qui ciò che conta e si vuole
è limmediata e piena soddisfazione dei sensi. La
gioia cortese mi dona felicità
mostra una gaiezza così solare che non può essere
durevolmente oscurata dalla nuvola grigia dellinvidia di alcuni,
anzi il sapersi oggetto dinvidia raddoppia la felicità.
Le poesie della Contessa, pur pervase di calore, sono concise e sorvegliate,
screziate qua e là da coloriture raziocinanti.
Statua
di Trovatora al Palazzo dellAssezat a Tolosa
|
Le
miniature la raffigurano nella sua regalità
di rango ma soprattutto di statura artistica e morale: ce la mostrano
in abiti sontuosi, con manto bordato di ermellino; qualche volta ha
uno scettro in mano
La
maggior parte delle miniature delle Trovatore sono inserite nel Manoscritto
H, così pervaso di arte femminile - poesia, musica, pittura
- da far supporre che sia stato redatto da una donna per unaltra
donna.
Io sono stata
a Die, come negli
altri luoghi dorigine o di soggiorno delle Trovatore, volevo
che i paesaggi, i colori, il clima che le avevano accompagnate nella
vita, come unimpronta mi restituissero leco della loro
ispirazione: ora Die è una cittadina, al centro di una conca
verdeggiante, circondata da montagne, coperte di vegetazione, e bagnata
dalla Drome; a Die, centro urbano di origine romana, legata al culto
di Diana, il ricordo della Contessa aleggia, è diffuso e sparso,
si è fatto leggenda, il suo volto incorniciato dalle lunghe
trecce ha assunto le sembianze bronzee di una divinità delle
acque.
La
poetessa, miniata nella lettera maiuscola A, nel manoscritto
che riporta i suoi versi, è ritratta mentre conversa,
ha lunghi abiti argentati e un minuscolo copricapo.
|
La personalità
di Castelloza è molto diversa da quella della Contessa di Dia:
nei suoi versi esuberanti e rigogliosi, nella scioltezza e abbondanza
del suo canto Castelloza gioca a tutto campo la propria libertà
e signoria.
La canzone Amico, se vi
trovassi cortese è una lunga e rabbiosa requisitoria
poetica, non priva di insulti, contro luomo amato, nella quale
si alternano suppliche a minacce, un monologo-dialogo conflittuale
con luomo, in cui i moti interiori e linterlocuzione vi
sono strettamente intrecciati; il procedere dellesplicitazione
dei sentimenti contrastanti segue un moto apparente, un avanti e indietro
che somiglia alle onde del mare e, nelle sue ricorrenti contraddizioni,
ha le caratteristiche dellodi et amo.
Castelloza, col
suo comportamento amoroso, sa dessere controcorrente e lo afferma
fieramente: non le importa di incorrere nella disapprovazione sociale
ma di affermare il proprio volere e piacere. Una sottile venatura
di tristezza traspare dalla voce cantante di Castelloza, in cui cè
la profonda consapevolezza, propria di molte altre Trovatore, che
lamore è sempre impregnato di sofferenza e che il sollievo
si trova solo nel sonno o nella morte.
Non
dovrei più desiderar cantare è una canzone dolente,
nella quale la poetessa, abbandonato laccento aggressivo, si
effonde nel lamento per la trascuratezza dellamato, nel rammarico
per la propria inferiorità, nel tormento della gelosia. Al
termine vi sono due commiati: Castelloza, nel primo si rivolge a una
donna, Madonna Migliore (frequentemente le Trovatore, nelle loro poesie,
chiedono consiglio ad unaltra donna), nella quale ripone fiducia,
per confessarle, forse domandando un giudizio, che lei ama sempre
chi le procura dolore e un altro a Bel Nome, lamato, per dirgli
che non si pente affatto di amarlo, anche se è indegno, perché
lei è comunque cosciente del proprio valore.
Anche Siete
stato a lungo lontano è una canzone accorata, dove
Castelloza, con toni dolci e appassionati, si duole della lontananza
da lei del suo bene, nonostante la propria fedeltà e costanza;
viceversa, anche se si è comportato male, il cavaliere, al
suo ritorno, troverà sempre buona accoglienza. Sono le incongruenze
dellamore.
La canzone Per
quante gioie Amor mi possa dare esala il respiro dellanima;
la poetessa dipinge alla perfezione gli stati danimo contrastanti
che caratterizzano lamore, qualunque amore, di cui lei è
conoscitrice indiscussa; qui la passione amorosa di Castelloza trascolora
da un estremo allaltro: vuole lasciare lamato, ma contemporaneamente
vuole che le stia vicino, vuole morire, ma prega il cavaliere di tenerla
in vita con il suo sguardo!
Il conflitto
fra uomo e donna
|
Tanto immenso
è il suo amore che accetta che il cavaliere ami anche unaltra,
purché non faccia
mancare a lei del tutto la sua presenza. Gli ultimi versi prorompono
in un grido di passione e si sciolgono in accenti di rara intensità
e bellezza.
Ma lamore
non è solo sentimento, passione, tenerezza, abbandono, lamore
porta anche il conflitto fra la donna e luomo.
Lettura
di Aimeric-Domna .
Mentre nel primo
volume de Le Trovatore avevo soprattutto sottolineato la relazionalità
fra donne e la funzione magistrale del dire delle poetesse provenzali
nei confronti delluomo, nel secondo volume, come si vede dal
sottotitolo, ho inteso mettere laccento sulla conflittualità
tra donna e uomo, inserendo nel libro quasi esclusivamente tenzoni
(le tenzoni sono dialoghi fra una donna e un uomo, o anche fra due
donne; sovente il discorso delluna e dellaltro si alternano
di strofa in strofa, a volte il dialogo si intreccia in una strofa
sola) e sirventesi.
A proposito del
II volume che ho scritto vorrei spendere due parole sulle illustrazioni
che sono parte integrante del testo. Più che di illustrazioni
sovente si tratta di testimonianze: alcune, come quella della copertina
ed altre inserite nel libro, sono riproduzioni di quadri di una pittrice
contemporanea, Rosy Daniello, del Circolo La Merlettaia di
Foggia, che ha dedicato una ventina di quadri ad altrettante poesie
delle Trovatore (messi in mostra a Verona, presso il Circolo della
Rosa, nel 1999); i quadri riprodotti nel libro rappresentano per lo
più delle porte schiuse, a significare che cè
spiraglio, promessa di passaggio, il conflitto apre a nuovi orizzonti;
le altre illustrazioni le ho tratte da sculture di arte medievale,
a significare il cammino di donne e uomini, a volte in accordo a volte
in contrasto; le donne di pietra spirano energia, determinazione,
grande autorità e bellezza. Ho scelto, nelle illustrazioni,
di affiancare il nuovo allantico, per mostrare il filo che ci
unisce, noi e le Trovatore, lattualità oggi della loro
parola. Del resto tutto lo studio sulle poetesse provenzali mette
in evidenzia i suggerimenti che ci offrono per la nostra politica.
Le Trovatore di Rosy Daniello
Quindi il conflitto:
il conflitto nasce dallamore, perché la donna, cui nella
civiltà cortese, erano riconosciute autorità e sapienza,
quando sceglieva di amare un uomo, voleva elevarlo, portarlo vicino
al proprio livello.
La dama e cavaliere,
per lintero corso della tenzone Marques-Domna, si scambiano
apprezzamenti reciproci, ambedue sono ben disposti luna verso
laltro e sembra che tutto si svolga per lappagamento di
entrambi; tuttavia alla fine latteggiamento troppo servile del
marchese, unito alla manifesta volontà di piegare la donna
ai suoi ordini e soprattutto il suo rifiuto ad accettare il dolore
che - dice la sapienza femminile - inevitabilmente accompagna lamore,
spingono la donna a mettere in gioco il rapporto e a rilanciarlo a
un livello più alto. E una lezione su cui il Marques
mediterà.
La maggior parte
delle tenzoni ha come tema lamore, quale sia il migliore comportamento
fra linnamorata e linnamorato, la gelosia, le emozioni,
la gioia e il dolore. Nelle tenzoni si fronteggiano, al riguardo,
la posizione della donna e la posizione delluomo, che sono sempre
nettamente differenti, per questo entrano in collisione. Le donne
fieramente sostengono i loro argomenti, sanno della propria superiorità
nelle questioni damore, che sono di loro competenza, reggono
una differenza irriducibile. Sono delle maestre: sapevano - e lo sapranno
poi le Preziose, che si mossero sulla loro scia - che la soggettività
libera femminile si forma nella differenza non nellomologazione
con luomo. Quindi la lezione che ne discende è di dar
valore e proporre e sostenere in modo deciso le attitudini femminili,
amore, emozione, accoglienza, abbandono, e da queste far germogliare
originale creatività.
Un discorso a
parte richiede il sirventese anonimo Contro
Marcabru e i poeti misogini. I sirventesi sono poesie polemiche,
nelle quali lautrice o lautore, si schiera su un determinato
argomento, contrapponendosi ad unaltra linea, in termini sovente
aggressivi. Il sirventese contro Marcabrù è anonimo,
ma il tema che tratta, la posizione che chi scrive prende e soprattutto
gli ultimi versi perché una donna deve laltra onorare/e
con questo vi ho detto chi mi sono denunciano lautorialità
di chi scrive. Molto probabilmente lautrice era una poetessa
famosa, che apparteneva allambiente trobadorico e conosceva
bene i poeti del suo tempo; infatti si rivolge a Marcabru, trovatore
notissimo, con piglio altero, e, senza mostrare la benché minima
soggezione, rinfaccia a lui e ai suoi seguaci loltraggiosa misoginia.
Ma le donne hanno trovato la loro paladina - ci dice la poetessa -
si uniscano a lei per far sentire la loro voce con maggiore energia!
Siamo di fronte ad un femminismo
ante litteram?
Confliggere è
indubbiamente difficile, a volte doloroso, perché sembra spezzare
la relazione, questo però non è detto che avvenga: bisogna
saper confliggere, è unarte, rende il rapporto fluido,
mobile, aprendo a continui rilanci.
Anche in questi
ultimi decenni noi, noi le donne, abbiamo accumulato un tesoro di
pratiche, di pensiero e di consapevolezza. Sono profondamente convinta
che dobbiamo far parte della nostra ricchezza a quelli che amiamo,
superando il timore del conflitto e mostrando apertamente la nostra
differenza per larrichimento di tutta lumanità.
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