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Venezia
2001
|
sta in Il Manifesto
8,9,2001
Lesbica Cina. In
"Un pesce e un elefante"
[...]
CRISTINA PICCINO - INVIATA A VENEZIA
Li Yu è una
ragazzina piccola, coi capelli corti e l'aria molto più giovane
dei suoi 27 anni, che ha studiato cinema, letteratura, lavorato per
la tv e sin dagli inizi sfoderato una grinta ribelle raccontando universi
femminili a distanza ravvicinata, cosa rara nel cinema cinese anche
contemporaneo. Film d'esordio dopo due documentari molto premiati, uno
su due sorelle gemelle, l'altro sulle coppie lesbiche cinesi nel 2000,
Fish and elephant è arrivato al Lido in gran segreto - come "film
sorpresa" - con alcune parti girate in video per sfuggire alla
censura.
E non è il solito "trucco" per richiamare l'attenzione.
"Un pesce e un elefante" - racconta, infatti, l'outing (assai
tabù) di una ragazza lesbica e la sua storia d'amore con un'altra
che libera anche lei la sua sessualità mollando un fidanzato
opprimente e rozzo. Non solo. Girato in 16mm con attori tutti non professionisti,
Fish and elephant per la prima volta ci porta nella Cina del dopo-riforma
economica senza parlare di soldi, arrivismi, perdita di identità,
rapporto con la tradizione - cosa rimpiangere poi visto che per quanto
riguarda le donne significa un azzeramento?
"Perché non ti sposi", tormenta la madre la ragazza
protagonista vecchia a trent'anni e dunque pericolosamente "zitella".
Lei con i suoi amici, una coppia gay, canta "non ti fare uccidere
da quello che vogliono gli altri", lavora allo zoo occupandosi
di un elefantessa. Li Yu deve avere visto Go fish di Rose Troche, o
quantomeno appartiene a quegli sguardi e teste che allo schematismo
della rivendicazione preferiscono una libertà lineare, dove in
forma narrativa quasi documentaristica, senza retorica o eccessi di
melodramma la "verità" (postrosselliniana) sta nella
faticosa conquista dei propri desideri, che significa anche rifiutare
le convenzioni del cinema "lesbico" (non ci sono butch o donne
super) raccontando contraddizioni che sono al di là della connotazione
sessuale (e la scena d'amore tra le due ragazze è una delle più
intense viste sugli schermi del Lido). Attraverso questo privato affiora
un collettivo in trasformazione di immaginario dunque di Realtà
che appartiene a chi, cresciuto tra Tien an Men e il capitalismo, sa
occupare spazi solo in apparenza "a margine", destabilizzanti
perché più difficili da controllare, che possono esplodere
reiventando politica e utopia (il movimento no logo insegna).
Fish and elephant fa parte dei Nuovi territori, sezione che nelle differenze
afferma un'idea di cinema a nervi scoperti. Sono le inquietudini del
cinema stesso, fantasmi e potenza di seduzione, sono gli archetipi della
società, a cominciare dalla famiglia microcosmo in cui si consumano
altre possibili dissoluzioni. Non la messinscena della sua "mostruosità"
stile American beauty né la sua possibile ricomposizione nei
traumi della vita - La stanza del figlio di Moretti insegna - piuttosto
una rappresentazione che è test di quanto c'è fuori.
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