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Venezia
2001
|
sta in Il Manifesto
8,9,2001
Catalogo di sopravvivenza
[...] La memoria resuscitata nei sette "Diari della Sacher".
Prodotti da Angelo Barbagallo e Nanni Moretti, sono girati da giovani
cineasti indocili
ROBERTO SILVESTRI - INVIATO A VENEZIA
L' Italia doveva
essere multata da Maastrich per aver assassinato per decenni (sotto
l'incubo del 68) il documentario non propagandistico. E senza doc impertinenti
niente film credibili. Senza raccontare il quotidiano e il nostro tempo,
non escono le storie, i caratteristi, i nodi sociali epocali e le utopia
del presente. Ora i documentari li dobbiamo produrre per legge e obblighi
di coproduzione. E dunque rinascono. Ma solo quando posseggono un certo
non so ché funzionano. Seducono. Avvincono come A.I..
Non mettono sulla difensiva il pubblico prevenuto e che fugge l'indottrinamento.
Devono sbalordire come fece Sordi quando in tv spezzettò i suoi
ruoli e li trasformò in documentari a puntate sull'italiano vero,
lui stesso. Adesso il carisma di Moretti toglie dall'anonimato 7 autobiografie
scritte sulla carta: l'orfano sassaritano Costantino Congiu abbandonato
anche dalla mamma prostituta ma che sopravvive con le unghie e con i
denti; 4 amiche liceali di Roma fascista, stile Zero in condotta; un
prigioniero in Siberia tenuto in vita dalla nostalgia di agrumi vesuviani;
un rapinatore pentito che rievoca la "tripletta", l'"ambiente"
quando aveva un cuore e spiega perché Rebibbia vuol distruggere
davvero il G8; un finanziere anarchico che rifiutò le medaglie
partigiane perché invece di eliminare gli sfruttatori vide il
paese in mano a "gentaccia peggiore del re", e vide assassinare
l'amico Pinelli; una casalinga di Frosinone, sola e disperata interprete
dell'alienazione domestica; Gloria Chilanti che a 13 anni fa la resistenza
a Roma e fonda coi pionieri di "Bandiera Rossa", gruppo comunista
sciolto dal Pci poco dopo, i Coba, per organizzare "i giovani più
ribelli", e soprattutto i "baffuti antagonisti", come
Ennio Flaiano. Dunque. Non solo più le testimonianze orali ma
adesso anche quelle scritte (e nel futuro le digitali) fanno controcultura.
Permettono di restituire lo spessore e deformare le certezze e i principi
di causalità della nostra Historia official. 7 documentari per
Raitre e Tele+, prodotti da Angelo Barbagallo e Nanni Moretti, nascono
dalla penna furiosa, metodica, reduce di guerra, impazzita, che scrive
da sé, giocosa, terapeutica, coatta, di altrettanti italiani
e italiane - "persone normali e dunque eccezionali" le definisce
Moretti - che ci svelano cose del secolo scorso che l'intimità
e il pudore non può per sempre cancellare: I diari della Sacher,
autori giovani cineasti indocili alle leggi del format e dello standard,
alcuni mondialmente noti come Giuseppe M. Gaudino e Isabella Sandri,
altri emergenti come Roberto Nanni, altri ancora (Susanna Nicchiarelli,
Valia Santella, Mara Chiaretti, Andrea Molaioli) allevati da scuole
di cinema e Sacher Factory o rivelatisi nelle competizioni "corte"
alla corte di questo ambizioso cineasta rinascimentale (costretto dallo
stato latitante a essere: produttore, scrittore, attore, regista, documentarista,
esercente, uomo marketing, talent-scout, opinion-leader, presentatore,
seduttore di vertici Rai, muckreker...). Dai 4000 manoscr
itti dell'Archivio di Pieve S. Stefano, il pool ha scelto sette storie
d'Italia recente, in mezz'ora ognuna, rispettose degli autori, ma "non
autorizzate". Il progetto, in progress, non vuole divulgare la
Memoria a nessuno, e specialmente ai giovani. Semmai sembra un training
registico. Un metodo di lavoro da Scuola Morettiana di cinema per filmaker
né fatui né ombelicali. Il risultato è una full
immersion nella storia (anche del cinema) del nostro paese, che va alla
ricerca delle scaturigini esistenziali di alcune "maschere"
del neorealismo, della commedia, del poliziottesco, dei telefoni bianchi,
per farle uscire dalle gabbie e restituirle ad altra vita. E che sviluppa
e rende più provocatorie alcune intuizioni editoriali di "Sensibili
alle foglie", anche perché la natura underground dei prodotti
grezzi e il rispetto complice dei loro divulgatori schermici ne congela
ogni uso retorico o consolatorio o di sub-mercato. Anzi resuscita, come
nella Mummia 2, attraverso la sapienza e la "falsità"
degli effetti speciali registici (che utilizza ogni trucco espressivo
e emotivo, fa atmosfera con gli archivi, crea e indaga sul personaggio,
va sul primo piano o sul campo lungo quando accentua o raffredda il
clima, non lesina confronti dolorosi all'americana negli interni domestici
e infernali) quel materiale letterario squisitamente "autentico"
che è la diaristica, la memorialistica non estorta con mezzi
violenti, il carteggio epistolare. Molto buon cinema nasce proprio da
questi pre-testi di cui fidarsi. Rohmer e tutto Debord, per limitarci
al Lido. Fidarsi di Debord? Sì, fu espulso dalle autorità
italiane nel 1977, accusato di fomentare il clima insurrezionale del
paese. Ora non è che questi magnifici 7 film turberanno altrettanto.
I tempi son cambiati e poi la Rai è più ossessiva di Moretti,
quanto al controllo del flusso informativo/disinformativo: il passato
può essere sì rimodellato impunemente, ma "se dovesse
affiorare mai qualche verità, è sempre pronta l'accusa
di disinformazione".
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