Donne e conoscenza storica
     
Storia lesbica fra documentario e finzione

Ipertesto:
Storia del cinema lesbico fra gli anni '20 e '30

L'altra metà dell'amore
di Lea Pool, Canada, 2001

When the Night is falling
(Quando cade la notte)
di Patricia Rozema, Canada, 1995

La repetition
di Cristine Corsini, Francia, 2001

 

Sara
regia di Margherita Giacobino, Ernaldo Data, Italia, 2006, 26’
Incontro con Sara Zanghi, autrice di racconti e poetessa lesbica

Hand on the pulse (Al ritmo del cuore)
di Joyce Warshow, USA 2002
E' un omaggio all'attivista lesbofemmista Joan Nestle di origine ebraica

In good conscienzce: Sister Jeanine Gramick Journey of Faith (In coscienza: il viaggio nella fede di sorella J.G.)
di Barbara Rick, USA, 2004
Testimonia il lavoro della suora su gay e lesbiche dentro alla Chiesa.

Lover Other -Claude Cahun & Marcel Moore
regia: Barbara Hammer
(USA, 2006, video, 55’, b/n-col.)
La storia delle artiste surrealiste Claude Cahun and Marcel Moore. Siamo negli anni Venti: lesbiche e mezze sorelle, hanno lavorato e vissuto insieme per tutta la vita. Nonostante l’eroica resistenza ai nazisti che avevano occupato Jersey Isle durante la Seconda Guerra Mondiale, furono catturate e condannate a morte. Barbara Hammer realizza un film fatto di foto, materiali d’archivio, interludi poetici e un’esclusiva intervista agli abitanti di Jersey Isle che hanno conosciuto le due donne.

DragKinging
regia: Liana Borghi, Mary Nicotra
(Italia, 2005, video, 19’, col.)
Chi sono i drag king? Cosa fanno, cosa non fanno? Come lo fanno, come non lo fanno? E perché lo fanno? Il documentario vuole mettere in relazione gli/le spettatrici con la performatività di genere di cui sono protagonisti i drag kings. Mettere in scena il genere può essere considerato semplicemente parte della tradizione popolare del music hall e del varietà; ma se lo leggiamo come una messa in scena della tecnologia dal genere, possiamo allora imputargli una strategia di sovversione politica?

È femmina, no?
regia: Silvia Novelli
(Italia, 2006, video, 17’, col.)
Torino, in un prossimo futuro. Una casa di ringhiera, microcosmo che riproduce una società sempre meno laica. Qui vivono i personaggi più improbabili tra cui due ragazze che hanno un desiderio. Ma la realtà è davvero quello che sembra?

The Joy of Life
regia: Jenni Olson
(USA, 2005, video, 65’, b/n-col.)
Debutto al lungometraggio per Jenni Olson, attivista, archivista, da anni uno dei punti di riferimento della comunità GLBT americana e non solo. Un ibrido tra cinema sperimentale, documentario e racconto di finzione. Un film su San Francisco e sulla sua luce; ma anche un film sentimentale, che parla della vita, dell’amore e della perdita, narrato dalla voce dell’artista losangelina Harriet “Harry” Dodge (By Hook or by Crook) e dallo scrittore “beat” Lawrence Ferlinghetti.

Dyketactics
regia: Barbara Hammer
(USA, 1974, 16mm, 4’, col.)
Il primo film su due donne che fanno l’amore diretto da una regista lesbica. Sensuale, evocativo montaggio di 110 immagini.

Multiple Orgasm
regia: Barbara Hammer
(USA, 1977, 16mm, 6’, col.)
Un erotico rock.

Women I Love
regia: Barbara Hammer (USA, 1976, 16mm, 27’, col.)
La macchina da presa come personale estensione del corpo. Amanti, feste, momenti di vita, tra cui i tre mesi trascorsi in campagna, lontano dalle distrazioni della cultura, in quiete e disciplina a riosservare e rimontare le facce di coloro che si sono amate.

Double Strenght
regia: Barbara Hammer (USA, 1978, 16mm, 16’, b/n-col.)
Una serie di immagini lesbico-femminili erotiche e politiche. Uno dei film sperimentali più apprezzati di Barbara Hammer.

Still Point
regia: Barbara Hammer (USA, 1989, 16mm, 9’, col.)
Still Point usa lo split-screen per mettere in contrasto la vita casalinga delle lesbiche della middle class con quelle che invece vivono per strada e non hanno una casa.

Vital Signs
regia: Barbara Hammer (USA, 1991, 16mm, 10’, b/n-col.)
Uno scheletro che parla. Uno studio sul corpo. Un piccolo film realizzato negli anni Novanta, che sembra essere un ritorno alla fase più sperimentale del cinema della regista.

History Lessons
regia: Barbara Hammer
(USA, 2000, 16mm, 66’, b/n-col.)
Un montaggio di clip e foto come invocazione per le lesbiche ad uscire allo scoperto. Mischiando i materiali, cortometraggi degli anni Cinquanta, immagini della Seconda Guerra Mondiale, spot pubblicitari, home movies, spezzoni tratti da una conferenza per sole donne presieduta da Eleanor Roosevelt, Barbara Hammer ottiene effetti sorprendenti. La varietà e la sagacità con cui le immagini vengono mixate fanno la forza del film. La colonna sonora è spesso doppiata o aggiunta, cosi che Eleanor Roosevelt possa dire: “Grazie a tutte per essere venute a questa splendida conferenza di lesbiche”.

My Babushka: Searching Ukrainian Identities
regia: Barbara Hammer
(USA, 2001, video, 53’, col.)
In cerca delle sue origini, Barbara Hammer torna nel piccolo villaggio ucraino da cui proviene la sua famiglia.

Resisting Paradise
regia: Barbara Hammer
(Francia/USA, 2003, 16mm, 80’, b/n-col.)
Il racconto di Resisting Paradise parte dall’esperienza della stessa regista alla Fondation Camargo, presso Cassis, un piccolo villaggio di pescatori nel sud della Francia. Seguendo le tracce di Henri Matisse e Pierre Bonnard, Barbara Hammer, da pittrice, cerca di catturare lo splendore del paesaggio mediterraneo. Nello stesso periodo, però, scoppia la guerra nel Kosovo; decide che è ingiusto continuare il suo studio sulla luce e i colori, e di ricercare una bellezza senza ideologia. Partendo da questo tragico avvenimento il film si trasforma, così, in un’amara riflessione sulla guerra e sull’umanità.

Reporter Zero
regia: Carrie Lozano
(USA, 2005, video, 25', col.)
La storia di Randy Shilts che, agli inizi degli anni Ottanta, fu il primo giornalista a scrivere della scoperta del virus dell'AIDS. Al tempo in cui ancora nessuno era morto a causa di questo virus, gli articoli di Shilts provocarono negli Stati Uniti reazioni controverse, che portarono presto al tuttora acceso dibattito sui diritti civili, la sanità pubblica e l'omosessualità.
v.o. sott.it.

Tender Fictions
regia: Barbara Hammer
(USA, 1995, 16mm, 58', b/n-col.)
Storie dall'infanzia e racconti intimi della vita di Barbara Hammer, ma anche la vita dell'artista impegnata nella comunità: una rapina ad una banca in Marocco, ballare il tip tap sulla stella di Shirley Temple a Hollywood, le immagini di repertorio dell'AFL/CIO con le proteste delle Black Panthers, il primo festival della musica per donne a San Diego, la Night March a San Francisco nel 1979. Un vero e proprio monito per le nuove generazioni.


KATZENBALL

di
Veronika Minder, Switzerland, 2005 - 35 mm - 87'
<<Il documentario di Veronika Minder ripercorre quasi ottant'anni di storia svizzera attraverso i mutamenti di una minoranza a lungo ignorata, quella delle lesbiche. Grazie alle testimonianze di cinque donne – Johanna Berends (nata nel 1912); Liva Tresch (1933), fotografa e cronista; Ursula Rodel (1945), stilista; Heidi Oberli (1955), militante femminista; Samira Zingaro (1980), studentessa – il film esplora le diverse sfaccettature e l'evoluzione di questo ambiente, le sue dinamiche interne, i luoghi di ritrovo, le feste… Le protagoniste accettano di rivelare alcuni aspetti della loro vita, la ricerca d'identità, di collocazione all'interno della società; se oggi le sitcom presentano numerosi personaggi omosessuali, cosa voleva dire essere una donna che ama le donne in un'epoca in cui la parola «lesbica» era sconosciuta? La regista arricchisce il suo lavoro con numerosi documenti d'archivio cinematografici e televisivi, presentati allo spettatore da un punto di vista insolito.
>>(sinossi pubblicata su sito del festival di Locarno 2005)

D...E
di Cristina Capone Italia 2003 3'
dedicato a Valerie Solanas

Cuori di pietra
di Cristina Vuolo, 2003
La storia di Terradilei campeggio per solo donne

L'altro ieri
di Gabriella Romano, GB, 2002
La regista continua la sua ricerca sulla storia delle lesbiche italiane. Attraverso cinque testimonianze mette a punto non solo la storia di una emancipazione sessuale lesbica ma soprattutto l'immaginario di un'epoca prima della rivoluzione sessuale delle 'figlie dei fiori'. Film di valore storico utilizza con leggerezza un raffinato inserto di documenti d'epoca sui quali si sofferma il nostro sguardo invitato a guardare oltre quello che già la nostra coscienza possiede.

Odio i saluti. Un ricordo di Piera Zanotti
di Julia Pietrangeli, I, 2001
<<La vita di Piera Zanotti (1934-1999) è stata una lotta continua: da operaia metalmeccanica a partire dagli anni '60, come sindacalista della FIOM, al movimento femminista a quello omosessuale e lesbico>>. E' una ricerca di testimonianze e un collage di immagini di Piera accompagnate, in alcune parti dalla sua viva voce. La prospettiva assecondata da una regia molto raffinata definisce un quadro interessante di chi era Piera e della storia che ha vissuto. Il documentario è stato già selezionato in diversi Festival nazionali e internazionali.

But I was a girl
Regia Toni Boumans
Olanda, 1998, col. 54’
Biografia di Frieda Belifante, musicista ebrea e lesbica dichiarata, che nel dopoguerra riuscì a formare negli Stati Uniti una prestigiosa orchestra sinfonica

Pazza d'azzurro
di Gabriella Romano, GB, 1997
E' la storia della relazione pubblica e quarantennale di Nietta (Antonietta) Aprà con l'amica Linda (Flafi) Mazzuccato
durante gli anni del fascismo e successivi, nella Milano artistica e intellettuale dove entrambe lavoravano, la prima storica dell'arte e la seconda traduttrice.

Love Story
di Catrine Clay, GB, 1996


Paris was a woman
di Greta Schiller, USA, 1996
La Parigi di Gertrude Stein, Alice Toklas, Janet Flanner, Gisele Freund, Djuna Barnes, Reneè Vivien, Renèe Vivien, Natalie Clifford Barney, Romaine Brooks, Adrienne Mounnier, Silvya Beach, Berenice Abbott, Colette, Nancy Cunard
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La vera storia di Tina Brandon
di
Susan Muska, Greta  Olafsdottir, USA, 1997

E’ un documentario sulla storia di Tina Brandon la ragazza che si faceva passare per maschio: fu uccisa il 31 dicembre del 1993.
Le autrici hanno raccolto le testimonianze della madre, delle amiche, delle fidanzate, delle madri loro, dei poliziotti che seguirono il caso, e sono arrivate fino dentro alle carceri a intervistare gli assassini. Lucido e razionale, il film lascia trasparire passione e amore, sentiamo la testimonianza di Tina al primo processo dopo lo stupro, e ci facciamo un'idea di questa ragazza che voleva essere un altro, che amava le donne della sua generazione e che ne era molto riamata, per la sua dolcezza e la sua capacità di capirle, a prescindere dal sesso che aveva o di quello che fingeva di avere.