Donne e conoscenza storica
         

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Stralci dall'intervista

a Diana Abu-Jaber
La scrittura, il femminile, il multiculturalismo
raccontati da una giovane scrittrice arabo-americana
di
Valentina Acava Mmaka in Alice.

NOTA BIO-BIBLIOGRAFICA

Diana Abu Jaber nasce a New York da una famiglia arabo-americana. Vive gran parte della sua vita tra gli Stati Uniti e la Giordania. Si laurea conseguendo il dottorato in Letteratura Inglese presso la State University di New York.
Nel 1993 pubblica il suo primo romanzo Arabian Jazz (non ancora tradotto in Italia) per i tipi di Harcourt Brace. Nel 1994 le viene assegnato l'Oregon Book Award ed è finalista al PEN / Hemingway per l'opera prima.
La sua seconda opera Memories of Birth è in corso di pubblicazione negli USA.
Ha insegnato Scrittura Creativa alla University of Michigan, University of Oregon e alla UCLA. Attualmente è docente di Lettere alla Portland University.
Si possono leggere brani da Memories of Birth sul sito
www.webdelsol.com/LITARTS/abujaber/

Chi consideri tuoi padri e tue madri letterarie?

Joyce Carol Oates, ha influito molto sulla mia attività letteraria. Poi ci sono Jayne Anne Phillips, Toni Morrison, Virginia Woolf e Maxine Hong Kingston. Ho amato molto James Joyce e William Faulkner. E poi Milan Kundera, Italo Calvino, Alice Munro, Borges e Nabokov.

Dalla tua esperienza di scrittrice puoi rilevare una relazione tra sesso e scrittura?

Alcuni ritengono che la differenza tra uno scrittore e una scrittrice non sia solo nella scelta dei temi, ma anche nello stile e anche io penso sia così. Ricordo che all'Università un professore ci faceva analizzare brani di autori (donne e uomini) chiedendoci di individuarne le differenze a seconda che chi scrivesse fosse uomo o donna. Solitamente non riuscivamo a distinguere tale differenza, tuttavia si trattava di esercizi limitati a brevi paragrafi. Personalmente le differenze maggiori le ho rilevate sul piano oggettivo. Le scrittrici hanno meno possibilità di emergere degli uomini nonostante costituiscano una larga percentuale del pubblico lettore in America.

E nel processo creativo della scrittura cosa distingue un uomo da una donna?

La differenza principale riguarda la loro vita, le loro scelte, il loro "ruolo" e tutto questo si riflette sulla scrittura. Il problema è che per molto tempo le donne non si sono sentite particolarmente elette a raccontare storie come gli uomini, forse perché da sempre relegate dalla società maschile, in ruoli stereotipati di madri, mogli, educatrici. Spesso alle donne è stata vietata la scrittura in quanto scelta di vita troppo audace.

Hai mai avuto difficoltà in quanto donna nella tua carriera letteraria o universitaria?

Difficoltà particolari no. Però posso raccontare un'esperienza singolare che riguarda la discriminazione tra sessi nell'ambiente accademico e letterario. Nella mia intera preparazione universitaria e post universitaria, non ho quasi mai avuto un docente di sesso femminile. Ripensandoci dopo tanti anni, non mi sembra vero. Nelle classi c'erano tante studentesse, ma i professori erano quasi tutti uomini. Fortunatamente questo sistema sta cambiando. Ricordo che domandai al mio professore di Letteratura Inglese come mai nell'indice antologico degli autori del Seicento non comparissero nomi di donne. E lui mi rispose che a quell'epoca non c'erano donne scrittrici.. Feci una ricerca in biblioteca e scoprii nomi di tantissime scrittrici e così decisi di abbandonare quel corso.