Donne e conoscenza storica
      

MONASTERI


Alcuni monasteri del Medioevo come Gandersheim, Hohenburg o Rupertsberg non erano luoghi isolati, fortezze autosufficienti ma, oltre ad offrire alloggio e protezione, cibo e medicine, favorivano la possibilità, per chi abitava al loro interno, di intrattenere relazioni sociali con l'esterno, contatti con altri centri di elaborazione culturale e teologica, e non ostacolavano né i pellegrinaggi né i viaggi di predicazione. Nei monasteri, accanto all'affinamento spirituale, alla preghiera, alla meditazione sulle Scritture, si affiancavano attività quali scrivere, studiare, dipingere, fare musica, ricamare, coltivare piante medicamentose e sperimentarne l'efficacia nelle terapie, o assicurare, con la gestione oculata e previdente dei patrimoni e dei feudi in dotazione, la prosperità della congregazione e di coloro che abitavano nei territori circostanti.
I monasteri femminili erano quindi società equilibrate in cui la vita dello spirito si coniugava armoniosamente con quella del corpo.

Questi cenobi ci sono sembrati precorritori di altri luoghi: i beghinaggi fiamminghi, le ruelles delle preziose nel Seicento francese, i salotti delle dame e i club delle rivoluzionarie nel Settecento, le associazioni femminili all'interno delle quali molte donne, durante l'Ottocento, si preparavano per sostenere e rendere operativa all'esterno la promozione femminile in campo sociale, culturale e politico, i ritrovi delle femministe di questo secolo, così come la Libreria delle Donne prima e il Circolo della Rosa poi, hanno accolto il nostro ritrovarci insieme.
Le abitatrici di questi monasteri ci sono apparse dotate di autorità e libertà come le beghine che avevano creato strutture indipendenti all'interno delle città, interpretavano e predicavano le Sacre Scritture, provvedevano con il loro lavoro al proprio mantenimento e all'assistenza di indigenti e sofferenti; le mistiche e le preziose che avevano elaborato forme linguistiche proprie, mentre le illuministe prima e le suffragiste poi mettevano a punto durante le loro discussioni le carte per i diritti delle donne.

Anche i monaci, nei propri monasteri o nei monasteri doppi - istituzioni non infrequenti nel Medioevo, dove comunità di monache convivevano, pur abitando in edifici separati, con comunità di monaci obbedienti all'autorità di una badessa - attendevano ad attività civili e utili per sé e per le popolazioni; ma, se i monaci si ritiravano nei cenobi prevalentemente per sfuggire le tentazioni mondane e il consorzio umano, le monache sovente si orientavano verso il chiostro, per costruirvi una società propizia agli scambi relazionali.

 

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