Donne e conoscenza storica
  
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Rosvita


Una mediazione non riuscita: la lotta tra Sofia e Bernardo


La sconfitta e la riscrittura della storia

La controversia era ancora aperta: solo nel gennaio del 1007 al termine della consacrazione di alcune monache a Gandersheim, il re decise ufficialmente a favore di Bernardo, pronunciando queste parole: "Riconosco e confermo che questa chiesa e i possedimenti rurali circostanti permangono sempre sotto la giurisdizione dei vescovi di Hildesheim e sono di loro proprietà, senza alcuna possibilità di controversia." (1) Il potere reale si schierò e, come spesso succede, chi vince ricostruisce la storia. Tangmaro divenne il biografo di Bernardo e nel narrarne la vita, non solo presentò, come abbiamo già visto, Sofia come una donna leggera, vanitosa e scandalosa, ma anche cercò di cancellare la memoria di come Gandersheim era stata un'impresa essenzialmente femminile. Il succedersi delle badesse fu accostato al succedersi dei vescovi di Hildesheim e degli arcivescovi di Magonza, il viaggio a Roma da papa Sergio venne consigliato dal vescovo Atfrido e sempre lui trovò la prima ubicazione a Brunesteshusen; nessun accenno al progetto di Eda, alle mediazioni di Oda, alle indicazioni di Atumoda, all'indipendenza della prima Gerberga. Eppure il testo di Rosvita doveva essergli noto. Forse fu proprio per i modelli femminili proposti e per la sua ricostruzione storica che dei testi della nostra scrittrice si perse nella cultura ufficiale la memoria per alcuni secoli, mentre se ne ebbe probabilmente una circolazione interna ai monasteri femminili.

(1) "Agnosco enim et scio, hanc aecclesiam et adiacentes villas ad Hildenesheimenses episcopos semper pertinere, et ab illis absque contradictione possessam esse." (Thangmaro, Vita Bernwardi Episcopi Hildesheimensis, ed.G.H.Pertz, M.G.H., Scriptores, IV, Hannover, 1841, p. 777, trad. Marirì Martinengo