Donne e conoscenza storica
  
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Rosvita

La politicità della storia: Gesta Ottonis e Primordia Coenobii Gandeshemensis

La consacrazione del monastero

Chiesa del monastero di Gandherseim. Incisione J.G.Leuckfeld, Antiquitates Gandersheimensis,
Wolfenbuttel, 1709

Solo gli uomini, attenti alle richieste femminili, ottengono la benevolenza divina, come accadrà appunto ad Ottone, un altro figlio di Oda. Infatti dopo sei anni muore Bruno, fratello di Gerberga e gli succede Ottone, l'altro fratello, che "rispose coi fatti al desiderio della santa madre"
(v.369), facendo ornare la chiesa e costruire le mura.
Come dice Eugenia d'Angelo, Rosvita racconta "una storia al femminile, il che è più che ovvio trattandosi di un monastero di monache. Quando è un personaggio maschile a recitare il suo ruolo protagonista nell'economia del poema, dietro di lui c'è sempre la figura di una donna; la moglie, la madre, con le loro suppliche, i loro consigli, il loro intuito di un mondo superiore di cui sembrano aver trovato una traccia." (Eugenia D'Angelo L'ultima Rosvita: i "Primordia coenobii Gandershemensis", in Studi Medievali, serie III, XXVII (1986), fasc. 2, p.585)
E' ancora Oda che sceglie il giorno della consacrazione: la festa di Ognissanti e il vescovo Walberto, appare quasi un notaio, che giunge, quando tutto è pronto. (v.375-394, MM)

Terminate bene queste incombenze, secondo le raccomandazioni della madre, naturalmente secondo il desiderio della signora Oda, per consacrare la chiesa degnamente si sceglie lo stesso giorno, nel mezzo della notte del quale un tempo furono viste brillare per tre volte luci eccezionali,
lo stesso giorno che è stato ugualmente nelle latitudini del vasto mondo la venerabile festa di tutti i Santi, che si celebra ritualmente all'inizio di novembre.
Diffondendosi dappertutto la notizia della consacrazione della chiesa, subito da ogni parte confluirono molte folle, che desideravano essere presenti nella solenne giornata.
Naturalmente al primo candido brillare dell'aurora, tutto lo stuolo delle nostre sorelle assieme, presi giubilando i sacri corpi dei pii patroni, si avviò tra il risuonare dei canti al luogo del monastero costruito con suprema passione.
Allora finalmente approntate tutte le cose necessarie alla celebrazione della solennità secondo il rito, il presule Walberto, benedetto del Signore, dedica questo tempio conveniente ad onorare il Signore, alla gloria eterna nei secoli di tutti i santi di cui era stata celebrata degnamente la festa.