La
politicità della storia: Gesta Ottonis e Primordia Coenobii Gandeshemensis
Un
rifiuto comune: Rosvita e Jane Austen.
Mi pare interessante accostare
alle parole di Rosvita quelle di Jane Austen, che, avendo dedicato Emma, il suo
quinto romanzo di successo, al principe reggente, ricevette la richiesta di scrivere
un romanzo storico che esaltasse la casa di Coburg, di cui l'ultimo discendente
era fidanzato con
Carlotta, la figlia del reggente.
La replica è
celebre: "Non progetto di scrivere un romanzo storico più di un poema
epico. Non saprei seriamente intraprendere un tale compito, salvo forse a rischio
di vita; e se per caso potessi decidermi senza prendere in giro me stessa e il
mondo, meriterei d'essere impiccata alla fine delprimo capitolo." (1)
Entrambe
le autrici sono maestre nella rappresentazione dei sentimenti, delle relazioni,
entrambe pongono al centro delle loro opere la vita, i desideri, le azioni delle
donne, entrambe scelgono quei generi letterari che, nei due diversi periodi, consentono
loro di farlo. Ma spesso chi scrive è condizionata/o dai propri interessi
materiali e da quelli delle persone vicine: Jane aveva scritto la dedica per favorire
suo fratello, Rosvita il suo poema per le pressioni di Gerberga, ma, ottenuto
lo scopo di consolidare la posizione del monastero, si rifiuta di andare oltre.
(1)
Jane Austen, nata a Steventon Rectory, nell'Hampshire, nel 1775 e morì
a Wincester nel 1817. Scrisse diversi romanzi tra cui il capolavoro della letteratura
inglese Orgoglio e pregiudizio. Tra le altre opere le più importanti sono:
Mansfield Park, Emma, Northanger Abbey, Persuasione. La citazione è tratta
da Jacques Roubaud, Note Biographique sur Jane Austen, in Jane Austen, Orgueil
et Préjugés, C.Bougois Editeur, Paris, 1979, p.320, trad. dal francese
di Luciana Tavernini