Alicia
Giménez - Bartlett, Riti di morte, Sellerio,
1996
di Laura
Costa
Petra Delicado nasce dalla penna della scrittrice Alicia Giménez
- Bartlett nel 1996, anno della pubblicazione di Riti di morte,
prima avventura della poliziotta di Barcellona e del suo viceispettore
di Salamanca, Fermìn Garzòn, che in questo romanzo
si conoscono e affrontano insieme un caso difficile e intricato:
uno stupratore di giovani e dimesse ragazze, che le violenta
e le marchia con un oggetto misterioso.
In realtà
il giallo viene risolto, anche se l'impressione è che
sia opera del Caso e non dell'abilità investigativa,
vista l'inesperienza di lei e lo scetticismo di lui, ma ciò
che interessa il lettore sin dalle prime pagine non è
tanto la vicenda poliziesca, quanto l'universo di personaggi
della strada, che compaiono in tutta la loro umanità
dolente e soprattutto il rapporto tra i due detective, così
diversi tra loro da incarnare mondi inconciliabili e apparentemente
incomunicabili.
Lei è
una quarantenne colta, bella e indipendente, che ama la solitudine
della sua nuova casa, i soufflé, la musica e il cognac;
ha divorziato già due volte e non riesce ad allontanare
un primo marito troppo perfetto e un secondo troppo giovane,
ha preferito un lavoro d'archivio in polizia (essendo una
donna!) a quello di avvocato, sperando un giorno di passare
al servizio operativo. Quando l'occasione si presenta, è
pronta a dimostrare quanto vale, a sfoderare il carattere
e il linguaggio tagliente, come un Marlowe in gonnella, compresi
i caffè e le mille sigarette, fumate negli appostamenti
e nei bar pieni di ragazzi.
Lui è
un vecchio poliziotto, esperto e smaliziato, ingrassato e
vicino alla pensione, che non discute gli ordini e svolge
il suo mestiere senza farsi coinvolgere, apparentemente imperturbabile
e taciturno. La sua visione della vita e delle donne è
tradizionale, a tratti sentimentale, a tratti legata alla
cultura contadina: lavorare con tranquillità, il buon
cibo e un po' di compagnia per vincere la solitudine di vedovo
sembrano essere i suoi obiettivi primari. Per lui Petra Delicado
sarà un capo ostico, insolito, che riuscirà
a sbalordirlo.
Garzòn,
finite le lenticchie, stava già ripulendo il piatto
col pane. Traeva parte della sua forza vitale dal cibo, bastava
vederlo.
- Sono confusa, non so come comportarmi.
- Alzi la cresta, come faceva prima.
- Credevo che non le piacesse.
- Forse in qualche interrogatorio ha esagerato.
- L'aggressività è necessaria in una donna,
altrimenti nessuno ti prende sul serio.
- Non cominci ad approfittare delle sue armi femminili.
- Guardi, Fermìn, non vorrei che mi prendesse per un'intellettuale
pedante, ma mi dica, lei conosce
la teoria di Darwin?
- Sì. - E la condivide? - Sembra che non ammetta discussioni
-
- Diciamo che la natura, col tempo, fornisce agli animali
gli strumenti di cui hanno bisogno per sopravvivere. E allora
perché io dovrei rinunciare alle mie sensibili antenne
o alle prerogative del mio sesso?
Lo trovava divertente, rideva facendo vibrare la sua pancia
da Buddha urbano. Poi rimase zitto per un po', estasiato davanti
a una bistecca con l'osso.
Che cosa
hanno in comune Petra e Fermìn? Nulla. Come potranno
lavorare in sintonia e risolvere questo caso complicato, se
occupano il tempo a provocarsi e punzecchiarsi continuamente?
La risposta all'inizio sembra ovvia, eppure a poco a poco
la strana coppia inizia a funzionare, soprattutto per la curiosità
di entrambi nei confronti dell'Altro da sé, per la
volontà di capire il Diverso, di provare pietas per
la follia umana, e quando la conoscenza diventerà più
approfondita, trasformandosi in rispetto e ammirazione, anche
il lavoro investigativo darà risultati sorprendenti
e inattesi.
La commedia
brillante, il poema cavalleresco fanno capolino nel Commissariato
di Barcellona, tra periferie e locali malfamati, famiglie
povere e disastrate, locali di lusso e architetti arroganti:
i due poliziotti sembrano cavalieri che procedono a zig zag
nella selva ariostesca, senza un piano preciso, seguendo a
volte l'istinto e la casualità, pur impegnandosi al
massimo, e intanto ingaggiano una singolar tenzone attraverso
dialoghi serrati e divertenti, schermaglie continue e confidenze
sulla vita privata e affettiva, delineando la storia di un'amicizia
conflittuale ma solidissima tra una femminista e un maschilista,
un capo-donna e un sottoposto-uomo, che rompono gli schemi,
superano i pregiudizi e sfidano i luoghi comuni.
Il patto
d'alleanza tra Petra e Fermìn si dimostrerà
inossidabile: insieme saranno in grado di scoprire la verità,
non solo quella delle giovani donne violentate e di un omicidio,
ma anche quella della realtà, con le sue contraddizioni
e la sua violenza, senza cercare facili soluzioni o miti illusori,
come due apprendisti che, tra un dialogo filosofico e un battibecco
coniugale imparano la lezione della vita: convivere, aiutarsi
nelle difficoltà, gioire insieme delle piccole cose,
imparare dai propri errori e riprendere il cammino, essere
aperti ai cambiamenti e al gusto degli altri, pur rimanendo
fedeli a se stessi.
Non è
poco, soprattutto considerando che questo messaggio si basa
su una visione pessimistica e laica, senza compromessi, dell'autrice:
è la leggerezza del suo stile, l'umorismo pungente,
il rovesciamento dei ruoli e delle aspettative a rendere i
due protagonisti - e le loro avventure nel caos del reale
- così riusciti e indimenticabili.