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Alicia Giménez-Bartlett, Messaggeri dell'oscurità, traduzione di Maria Nicola, Sellerio, Palermo, 2001

Alicia Giménez - Bartlett, Riti di morte, Sellerio, 1996

di Laura Costa


Petra Delicado nasce dalla penna della scrittrice Alicia Giménez - Bartlett nel 1996, anno della pubblicazione di Riti di morte, prima avventura della poliziotta di Barcellona e del suo viceispettore di Salamanca, Fermìn Garzòn, che in questo romanzo si conoscono e affrontano insieme un caso difficile e intricato: uno stupratore di giovani e dimesse ragazze, che le violenta e le marchia con un oggetto misterioso.

In realtà il giallo viene risolto, anche se l'impressione è che sia opera del Caso e non dell'abilità investigativa, vista l'inesperienza di lei e lo scetticismo di lui, ma ciò che interessa il lettore sin dalle prime pagine non è tanto la vicenda poliziesca, quanto l'universo di personaggi della strada, che compaiono in tutta la loro umanità dolente e soprattutto il rapporto tra i due detective, così diversi tra loro da incarnare mondi inconciliabili e apparentemente incomunicabili.

Lei è una quarantenne colta, bella e indipendente, che ama la solitudine della sua nuova casa, i soufflé, la musica e il cognac; ha divorziato già due volte e non riesce ad allontanare un primo marito troppo perfetto e un secondo troppo giovane, ha preferito un lavoro d'archivio in polizia (essendo una donna!) a quello di avvocato, sperando un giorno di passare al servizio operativo. Quando l'occasione si presenta, è pronta a dimostrare quanto vale, a sfoderare il carattere e il linguaggio tagliente, come un Marlowe in gonnella, compresi i caffè e le mille sigarette, fumate negli appostamenti e nei bar pieni di ragazzi.

Lui è un vecchio poliziotto, esperto e smaliziato, ingrassato e vicino alla pensione, che non discute gli ordini e svolge il suo mestiere senza farsi coinvolgere, apparentemente imperturbabile e taciturno. La sua visione della vita e delle donne è tradizionale, a tratti sentimentale, a tratti legata alla cultura contadina: lavorare con tranquillità, il buon cibo e un po' di compagnia per vincere la solitudine di vedovo sembrano essere i suoi obiettivi primari. Per lui Petra Delicado sarà un capo ostico, insolito, che riuscirà a sbalordirlo.

Garzòn, finite le lenticchie, stava già ripulendo il piatto col pane. Traeva parte della sua forza vitale dal cibo, bastava vederlo.
- Sono confusa, non so come comportarmi.
- Alzi la cresta, come faceva prima.
- Credevo che non le piacesse.
- Forse in qualche interrogatorio ha esagerato.
- L'aggressività è necessaria in una donna, altrimenti nessuno ti prende sul serio.
- Non cominci ad approfittare delle sue armi femminili.
- Guardi, Fermìn, non vorrei che mi prendesse per un'intellettuale pedante, ma mi dica, lei conosce
la teoria di Darwin?
- Sì. - E la condivide? - Sembra che non ammetta discussioni -
- Diciamo che la natura, col tempo, fornisce agli animali gli strumenti di cui hanno bisogno per sopravvivere. E allora perché io dovrei rinunciare alle mie sensibili antenne o alle prerogative del mio sesso?
Lo trovava divertente, rideva facendo vibrare la sua pancia da Buddha urbano. Poi rimase zitto per un po', estasiato davanti a una bistecca con l'osso.

Che cosa hanno in comune Petra e Fermìn? Nulla. Come potranno lavorare in sintonia e risolvere questo caso complicato, se occupano il tempo a provocarsi e punzecchiarsi continuamente? La risposta all'inizio sembra ovvia, eppure a poco a poco la strana coppia inizia a funzionare, soprattutto per la curiosità di entrambi nei confronti dell'Altro da sé, per la volontà di capire il Diverso, di provare pietas per la follia umana, e quando la conoscenza diventerà più approfondita, trasformandosi in rispetto e ammirazione, anche il lavoro investigativo darà risultati sorprendenti e inattesi.

La commedia brillante, il poema cavalleresco fanno capolino nel Commissariato di Barcellona, tra periferie e locali malfamati, famiglie povere e disastrate, locali di lusso e architetti arroganti: i due poliziotti sembrano cavalieri che procedono a zig zag nella selva ariostesca, senza un piano preciso, seguendo a volte l'istinto e la casualità, pur impegnandosi al massimo, e intanto ingaggiano una singolar tenzone attraverso dialoghi serrati e divertenti, schermaglie continue e confidenze sulla vita privata e affettiva, delineando la storia di un'amicizia conflittuale ma solidissima tra una femminista e un maschilista, un capo-donna e un sottoposto-uomo, che rompono gli schemi, superano i pregiudizi e sfidano i luoghi comuni.

Il patto d'alleanza tra Petra e Fermìn si dimostrerà inossidabile: insieme saranno in grado di scoprire la verità, non solo quella delle giovani donne violentate e di un omicidio, ma anche quella della realtà, con le sue contraddizioni e la sua violenza, senza cercare facili soluzioni o miti illusori, come due apprendisti che, tra un dialogo filosofico e un battibecco coniugale imparano la lezione della vita: convivere, aiutarsi nelle difficoltà, gioire insieme delle piccole cose, imparare dai propri errori e riprendere il cammino, essere aperti ai cambiamenti e al gusto degli altri, pur rimanendo fedeli a se stessi.

Non è poco, soprattutto considerando che questo messaggio si basa su una visione pessimistica e laica, senza compromessi, dell'autrice: è la leggerezza del suo stile, l'umorismo pungente, il rovesciamento dei ruoli e delle aspettative a rendere i due protagonisti - e le loro avventure nel caos del reale - così riusciti e indimenticabili.