Donne e conoscenza storica
     

nel sito vai alla Intervista a Liz Mernim, regista e produttrice di
The Beauty Academy of Kabul.

(febbraio 2005)

Recensione del film
di D.M.

In rete:

Liz Mermin (website)

The Beauty Academy of Kabul (website)

 

Nota di regia di Liz Mermin (originale nel sito di The Beauty Academy of Kabul http://www.beautyacademyofkabul.com/statement.htm)

tr. it. di Donatella Massara

 


Quando ho incrociato la notizia che era stata finanziata un'accademia di bellezza nella Kabul del dopo-talebani, sapevo molto poco sull'Afghanistan e sulle scuole di bellezza. Inoltre sono una quasi antropologa e quindi i danni che si presume rappresentino le culture straniere martellavano il mio cervello ma quella la storia la trovai irresistibile: era piena di contraddizioni, c'era l'estetica, e l'avere a che fare con una parte del mondo che noi occidentali stiamo cercando di capire.

La nostra visione abituale delle donne afghane - oppresse, nascoste, tormentate, non è sbagliata ma è anche terribilmente ristretta. La serietà con cui le studenti trattavano i capelli e il make up in mezzo a tale terribile distruzione e povertà era all'inizio anomala; ma la bellezza è un grosso business a Kabul (è una bugia qualsiasi equazione che identifichi l'Islam con la rimozione della femminilità). La nostra umanità, anche nelle circostanze più spiacevoli, è protetta attraverso le cose più ordinarie. Puo' essere che sia così perchè le donne seguono le loro terribili storie spesso - e in maniera disarmante - ridendo.

Siamo state quasi dieci settimane a Kabul e sono gli scambi che abbiamo avuto dietro alla mdp che hanno guidato le mie scelte di registrazione. Le studenti erano divertite e colpite per la nostra presenza, così come noi lo siamo state dalla loro. Vedevano quattro donne lontane da casa con un sacco di pesanti equipaggiamenti, bizzarramente determinate a filmare ogni loro movimento.

Queste donne avevano molte cose da dire, impossibili a essere poi tutte convogliate nella stanza del montaggio. Quello che io ascoltavo in continuazione era la paura che l'Afghanistan potesse essere dimenticato dal resto del mondo così come è stato nel passato, usato come una pedina nel più grande gioco globale quindi lasciato solo a affrontare le conseguenze.

E così io spero che questo film a suo modo giocherà una parte nel tenere la loro realtà più vicina a noi, nel ricordarci che siamo tutte/i parte dello stesso fragile mondo e che solo il caso risparmia alcune/i mentre per altre/i perdura incomprensibilmente la violenza. Inoltre spero che il film mantenga vive l'attenzione e la possibilità di ragionare su ciò che occorre fare nel mondo perchè sia un posto migliore per ognuna/o. Spero anche che insegni qualcosa sulla bella arte di tagliare i capelli.

Liz Mermin