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INCONTRI 200Il
ciclo dei mercoledì di immagine storia: il programma
Martedì
26, ore 18.
Un
omaggio a Lotte Reiniger, la donna che ha inventato
il film d'animazione.
Per la 60°
edizione del Festival di Cannes, alla sezione Classics, è
stato proiettato The prince Achmed (Germania 1926, 65', film
muto con didascalie in italiano) di Lotte Reiniger.
(The Prince Achmed di Lotte Reiniger
Recensione)
La copia restaurata ha riportato in scena i bellissimi colori,
la poesia di queste ombre e la musica originale che l'accompagnava.
Fatto fra il 1924 e il 1926, diede notorietà alla regista.
Le immagini rivelano ancora oggi un'eccezionale freschezza.
Proseguendo la ricerca di Immagine-storia la proiezione è
preceduta da un montaggio di immagini e fotografie tratte dal
documentario di Katja Raganelli Lotte Reiniger: Homage to the
Inventor of the Silhouette Film (Gran Bretagna 1999) sulla regista,
la sua tecnica e quello che è stato scritto su di lei.
La serata è organizzata da Donatella Massara.
Ore 18 - buffet da favola; 18.30 - proiezione dibattito; 20,00
- un primo piatto insieme.
Per la rassegna
I mercoledì di Immagine-storia
MERCOLEDI'
30 - 5 -2007
Palabra
de mujer,
di Silvia G.Ponzoda, Spagna (in inglese, sott. in italiano),
Spagna, 2004, 52'. Sono tre interviste alle scrittrici di lingua
araba:
Nawal Al Saadawi,
Hanan Al Shaykh,
Janata Bennuna
corredate
da diversi documenti, sulla loro vita e carriera letteraria.
Ma al centro del film è la scrittura femminile, la
passione per essa e la personalità delle scrittrici.
Sarà
presente Anna Schoenstein fondatrice della casa editrice
A Oriente!
che ci parlerà della scrittura araba, della letteratura
femminile e del suo lavoro anche come docente all'Università
Statale di Traduzione specialistica dall'arabo; leggeremo un
racconto inedito in Italia che Anna S. ha tradotto per noi
Inizio
della serata alle ore 18 con il buffet tematico (arabo)
18 e 30 presentazione, proiezione e dibattito
20 e 30 proseguimento del buffet con un primo insieme
(a cura di Estia)
MERCOLEDI'
9 - 5 - 2007
Il segreto
della foto 51
di Gary Glassman, Produzione NOVA, Stati Uniti, 2003, 50 minuti.
Commento tradotto in italiano di Brenda Maddox, autrice della
biografia
di Rosalind Elsie Franklin pubblicata nel 2004 (Mondadori).
La così
chiamata dark lady del DNA è stata una studente intelligentissima
e non era molto simpatica agli scienziati. Ricercatrice in cristallografia,
una passione che coltiva fin dai primi anni di università
a Cambridge, fotografa la struttura molecolare all'origine della
vita. I celebri padri dell'elica sottraggono la foto quando
la loro scoperta era ancora in stato confusionale.
Eppure quando i tre ricevono il premio Nobel il suo nome non
è neppure
ricordato.
La scoperta della rivista "Nature" relativa al primato
scientifico di Rosalind, la biografia e poi il film vogliono
rimettere ordine fra i fatti.
Incontro
con Sara Sesti curatrice di "Sguardi sulle donne di scienza",
autrice con Liliana Moro di "Scienziate nel tempo. 60 biografie"
della
Libera Univeristà delle donne di Milano
La recensione
al film si trova in Donne e conoscenza storica
http://www.url.it/donnestoria/film/storia/immstorosalind.htm
Inizio della
serata alle 18: il BUFFET tematico
18 e 40: la presentazione con proiezione del film e il dibattito
20 e 30: un primo piatto insieme (a cura di Estia)
Brenda Maddox,
Rosalind Franklin. La donna che scoprì la struttura
del DNA, Mondadori, 2004 (tr.it di Cristina Serra, Rosalind
Franklin.The Dark Lady of DNA, 2002)
Recensione
di Donatella Massara
Mercoledi
18 aprile Marcelle
Ragot di Daniela Trastulli presentazione proiezione dibattito
Buffet a cura di Estia
Immagini
londinesi della storia della donne marzo aprile
A Letter without words
di Ella e Lisa Lowenz - USA - 1998 - 61' versione in lingua
originale con sottotitoli italiani
Ella Lowenz negli
anni '30
Lisa Lowenz,
americana, con un lavoro decennale ricostruisce la storia di
sua nonna, tedesca, attraverso i film che Ella stessa ci ha
lasciato; un lavoro che copre quarantanni di storia. E' uno
straordinario documento storico arricchito dal ritrovamento
dei diari e delle lettere, oltre che dalle testimonianze delle
figlie, dei figli, dei nipoti e della nuora. La storia di due
guerre, di una famiglia, della persecuzione alla popolazione
ebraica ritrova identità e interpretazione negli occhi
di una grande regista indipendente e di sua nipote che consapevolmente
ne raccoglie l'eredità.
vai
alla Recensione
Mercoledì
21 marzo
Ci troviamo alle 18 per il buffet tematico organizzato da
Rossella Bertolazzi di Estia.
Alle 18 e 30 presentiamo il film
Dopo la proiezione e il dibattito a cui partecipa Renata Sarfati,
proseguiamo il momento conviviale con la seconda parte del buffet.
Donatella
Massara
Diario
fotografico La Milano di Dona: politica delle donne
e arte, palazzi storici, speculazioni visibili e altro.
Diario
fotografico di Milano (febbraio-marzo 2007)
I Mercoledì
di Immagine-storia
ore 18:
buffet tematico che proseguirà in un dopo-cinema
a cura di Rossella Bertolazzi di Estia
ore 18 e
30 proiezione di
La
moglie di Einstein di Geraldine Hinton, Australia, 2004,
55'
Il documentario
racconta la storia di Mileva Maric - Einstein (Zagabria, 1875-1948),
e la parte che ebbe nella teoria della relatività, la
collaborazione con il marito, forse l'intuizione della memoria
del 1905 sul quanto di luce in rapporto all'energia e alla massa,
<<L'unico contributo realmente rivoluzionario di Einstein>>,
come dice A. Pais allievo e biografo dello scienziato. Questa,
a oggi è dunque l'unica biografia di lei perchè
nella storia ufficiale che la riguardino ci sono solo gravidanze,
spostamenti, e l'amarezza che la sua depressione, ancora anni
dopo il suo matrimonio con la cugina, poteva suscitare in lui.
Presenta
il film Sara Sesti della Università delle Donne di Milano
studiosa della storia delle donne nella storia della scienza.
(a cura
di Donatella Massara)
presenta
Sara Sesti della Università delle Donne di Milano
CIRCOLO
DELLA ROSA
via P.Calvi 29, Milano
Mercoledì
di Immagine-Storia
curati da Donatella Massara
mercoledì
31 gennaio ore 18,30
Sole
regia di Mariangela Barbanente, 52', I, 2000 - recensione
con Oriella Savoldi CGIL
Un
ricordo di Angela Putino 17,1,2007
Angela
Putino non la conoscevo affatto bene, se non per quei tre
o quattro incontri che ho avuto con lei. Ricordo la prima
volta che la conobbi. Eravamo andate a Napoli per un incontro
di filosofe, forse era l'84 o l'85, feci anche delle fotografie
venute pure male, ma lei non c'è in queste foto. Me
la ricordo esile, strana, vestita da metallara, allora si
usava e a lei piaceva vestirsi alla moda, l'ha sempre fatto,
perché aveva l'aspetto di una ragazzina. Aveva tutte
le caratteristiche della androginia di Simone Weil. Ricordo
che pensai, quando la vidi sarà una studentessa di
ventanni, magari una laureanda. Era invece già una
ricercatrice forse mia coetanea o giù di lì,
quindi aveva già almeno 34 o 35 anni e parlava con
molta competenza, con donne anche più sagge di lei,
avendo in mente qualcosa di preciso. Di quell'incontro filosofico
- in realtà - non ricordo niente, se non questa immagine
di lei, di me, e altre: tutte fuori dall'Università
probabilmente.
Angela
Putino la rividi per l'ultima volta qualche anno fa a Montegiove.
Fece un bell'intervento raccontando della scoperta di un testo
di Simone Weil sulla matematica che spiegò, affascinando
per la profondità, la complessità, eppure comprensibile
della sua interpretazione. In quell'occasione eravamo tutte
insieme chiuse per tre giorni in un monastero e ci parlammo
come si fa fra donne che si conoscono dopo tanti anni di incontri.
Mangiammo insieme, ascoltai le sue critiche di altre e mi
sentii ancora una volta 'in sintonia' con questa donna della
mia generazione, strana donna del sud che stava facendo un
percorso tutto suo, senza bisogno di gruppi di ascolto, senza
una filosofia di prammatica a cui riferirsi ma con una ricerca
intuibile di grande spessore teorico e serietà, era
anche simpatica e affascinante e sicuramente alla filosofia
aveva dedicato molta parte di sé.
Angela Putino era una immagine forte, come dire ? rappresentativa.
Di che ? Della mia generazione e di tutti questi anni di femminismo
italiano. Intorno a sè faceva sentire l'aria frizzante
e disinvolta della ricerca appassionata, conoscenze che la
sua grande dedizione alla filosofia rendeva leggere, come
di chi non ha mai sentito il peso delle sofferenze femminili
ma che di esse sa la curvatura e il significato che le donne
sa amare; dava la sicurezza di chi è molto intelligente,
senza avere mai l'aria presuntuosa, supponente, e neppure
soccorrevole e tanto meno materna, nel suo fare le cose con
signorilità. Ho l'impressione che con la sua morte,
per me del tutto inaspettata, si sia chiuso un periodo nella
storia delle femministe italiane.
La
ricorda e ne ricostruisce l'esperienza nella filosofia femminile
e i suoi libri Luisa Muraro nell'articolo del Manifesto del
17,1,2007
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Nel
2004 abbiamo dibattuto sul significato
che ha avuto per noi e per la politica la rivoluzione femminista
non ancora considerata fra le cause reali di cambiamento della
società. Ho trovato una continuazione di quel dibattito
nella conferenza del 19 -12 - 2006 di Luisa Muraro dove parla
di questa rivoluzione spiegando come le donne, dando ascolto
a stesse, imparando a esercitare una soggettività propria
nella pratica politica, propongono un nuovo paradigma della
politica, a cui fa riferimento il libro di Alain Touraine
il quale riconosce nel movimento delle donne i segni di un
cambiamento interessante e originale non ritrovabile nei movimenti
politici classici, maschili, partitici.
Luisa
Muraro come fa da anni e con lei la Libreria delle Donne rifiuta
e critica il look istituzionale verso la politica delle donne
rimproverando una visione della politica femminile tutta incentrata
sui diritti, il femminismo di Stato che fatica a riconoscere
l'originalità del movimento femminista. Ne suggerisce
un altro ricavato dall'esperienza della politica delle donne
e così ci spiega:
Questo
movimento è caratterizzato, in negativo, dall'assenza
di un'organizzazione, sostituita da una rete di rapporti
fra piccole aggregazioni informali e non gerarchiche, caratteristica
che ritroviamo anche nel movimento no-global; in positivo,
dalla pratica dell'autocoscienza e del partire da sé,
non praticate individualmente ma in relazione con altre.
Ci siamo messe in condizione di leggere la realtà
di cui eravamo parte, senza ricorrere a qualche visione
d'insieme, e di contribuire alla sua trasformazione in un
senso favorevole alla libertà femminile. Questa trasformazione
consiste nel passaggio ad un altro ordine di rapporti rispetto
a quelli di tipo antagonistico, regolati dalla legge del
più forte. L'idea era e rimane quella di cambiare
il rapporto tra sé e sé, con le altre donne
e la realtà circostante, senza seguire una normatività
precostituita, etica o scientifica che sia, tenendo
invece conto dei desideri propri e altrui, cercando le possibili
vie di realizzazione
(vai
al sito della Libreria delle donne per leggere il testo
intero della conferenza
Cambiamenti nel paradigma della politica
di Luisa Muraro)
In
questo senso è leggibile la lettera di Laura Modini
che si rivolge alla sindaca Moratti, come dire: per invitarla
a andare a vedere un film, chiedendole cioè di intercedere
presso le case di distribuzione, fino a oggi chiuse all'acquisto
di Come l'ombra il bel film di Marina Spada, dedicato
alla relazione fra due donne, una giovane milanese e una ucraina
forse destinata alla prostituzione, un piccolo rapporto dove
però si svolge una vita intera nella cornice di una
Milano intensa e profondamente amata dalla regista. E' in
questo intrecciarsi inspiegabile e libero, nonchè imprevisto
di vie di incontro fra donne reali e immaginarie, vicine e
distanti che un paradigma nuovo della politica è delineato,
imparato a praticare dalle donne in tutti questi anni, scoperto
nella sua bellezza inizialmente separatista e poi semplicemente
agito nell'esperienza delle relazioni, del cambiamento delle
soggettività e nell'avvertimento di quanto da tutto
questo risulta.
Fanno
parte però della stessa strategia e, a mio parere,
interpretano più orgogliosamente il loro e il nostro
progetto, le registe che adottano una distribuzione dei films
più di base, indipendente e sperimentale, adattando
le proprie esigenze con quelle della rivoluzione informatica,
perchè c'è anche questa in atto. Il senso di
tutto ciò è non sottostare ai rapporti di dominio,
come dice Luisa Muraro, allo stesso tempo incastrandosi con
richieste che non aiutano le nuove registe. Ne parleremo prossimamente
con Milli Toja.
di
D.M.
Trascrizione
dell'incontro
Milano, Circolo della Rosa - Libreria delle Donne, 17 giugno
2006
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