I film di cui parlo in questo articolo sono usciti nella programmazione
ufficiale delle sale cinematografiche fra il settembre 2003 e luglio
2004. Non parlo quindi di film visti a Festival, rassegne, incontri.
Nilde Vinci ha già
svolto negli anni precedenti letture dei dati di incasso e giorni
di esposizione dei film delle registe presentati nei circuiti commerciali.
Usa una una fonte accreditata qual è il Giornale dello Spettacolo
e ai risultati della rivista allega le sue personali classificazioni.
Alla sua sistemazione mi aggrego con mie considerazioni che spiego
nel paragrafo successivo.
In un altro
paragrafo classifico ulteriormente i film: secondo la media giornaliera
delle presenze, ottenuta dividendo il numero complessivo dei biglietti
venduti per il numero di giorni di esposizione nelle sale italiane
in cui ogni film è stato presentato. Ho preferito soffermare la mia
attenzione sulla media giornaliera di pubblico rispetto alla classificazione
dei dati assoluti, questa rilettura mette in evidenza film che per
la classifica generale sono di scarso successo mentre in realtà risultano
essere stati molto visti benchè siano stati poco distribuiti.
C'è poi il caso opposto di film di maggior successo che in
realtà hanno accumulato pochissime presenze sul numero molto alto
di occasioni di distribuzione che hanno avuto.
Aggiungo qualche commento a alcuni film che mi sono molto piaciuti,
altri li avevo recensiti appena visti. Altri film sono stati recensiti
nel sito dell'Associazione Lucrezia Marinelli e a questi segnalo il
link.
Qualche
considerazione e alcune osservazioni sui film delle registe nella
stagione 2003 - 2004
Per generare il
film femminile ed enunciarne la non categorizzazione -che sarebbe
restrittiva - in quanto film 'femminile', occorre riconoscere che
in essi agisce la soggettività delle donne. Una maniera di vedere
le cose che sporge oltre il tessuto del comune immaginario. Trovo
questa idea spiegata bene in uno dei testi che accompagnano la 26a
edizione Incontri Internazionali di cinema e donne del Laboratorio
Immagine Donna di Firenze. Le curatrici domandano che cosa significa
fare oggi un cinema di donne ? e affermano <<Come si pone un
cinema nato dal rifiuto di una rappresentazione convenzionale e stereotipata>>?
Il giudizio di
donne esperte e attente al discorso cinematografico si esprime per
la non convenzionalità dei film delle registe, una qualità
che sfugge se questi film sono considerati casualmente 'femminili'
e uguali agli altri; in altre parole se lo sguardo sapiente della
differenza femminile non li riconosce, facendo opera di identificazione
e rinunciando allo stesso tempo a condizionare il contenuto.
Ma che cosa unifica
questi film della odierna stagione sotto il profilo
storico ? Certamente non ci sono le donne famose a costruire la trama
del film femminile. La stagione di quest'anno esibisce un solo film
di vera storia delle donne, Rosenstrasse di Margarethe Von Trotta
e un altro caso di film 'storico', parzialmente biografico. Parlo
di Monster di Patty Jenkins che
racconta una parte della vita vera della prostituta assassina Aileen
Wuornos condannata negli USA alla pena capitale. Un film che percorre
la china del protagonismo femminile rovesciando le ferme convinzioni
che le donne siano vittime 'buone', pacifiste indefesse e comunque
protagoniste di virtù.
Nelle registe è visibile l'impegno a parlare di se stesse e delle
proprie simili. Non si puo' dire lo stesso per la critica cinematografica
femminile. Come spesso dettano legge modalità convenute nella riproduzione
di cultura così anche le donne in questo settore - come altre intellettuali
- si adeguano alle regole della critica cinematografica neutrale,
dedicando molto spazio ai film maschili; la critica cinematografica
con le sue modalità di interpretazione, i suoi odi e i suoi entusiasmi
avvince le donne che scrivono di cinema e tendono a fare propri quegli
schemi. Sorge il dubbio che alcune esperte di cinema che pure conoscono
bene la storia delle registe più raffinate non vedano i film
delle donne normalmente fruibili nel circuito commerciale.
Questa compressione della critica femminile sui film maschili e la
distrazione per il discorso delle registe collabora a peggiorarne
la qualità. La conseguenza è che le autrici di cinema
a volte abbiano scarso senso del proprio valore. La considerazione
di sé nasce e si stabilisce fra le relazioni femminili. Sono le donne
che stabiliscono che cosa è utile e vantaggioso alla conoscenza e
al ben-essere del mondo femminile.
I commerci simbolici si sviluppano dove non c'è stata deportazione
o fuga o vendita nel mondo maschile. Non c'è valore d'intesa possibile
fra le donne e fra i due sssi se dopo almeno quattrocento anni di
femminismo le donne non si riconoscono reciprocamente in quello che
fanno. A volte c'è un vuoto di collocazione fra le autrici che pure
considerate di pregio dalle donne stesse si adattano a fare, per esempio,
film mediocri che eviterebbero sapendo che altre donne le tengono
d'occhio e nutrono aspettative su quello che fanno. Il dibattito politico
sull'arte del cinema e la comunicazione visiva serve a ridare dimensione
al lavoro del cinema femminile per restituire giudizio, osservando,
godendo e facendo circolare quello che le donne propongono.
I film delle
registe fra 2003 e 2004 ordinati per media giornaliera di
pubblico
Il più alto consenso
di pubblico va al film di Nancy Meyers Tutto può succedere, una commedia
americana che ha per protagonisti Diane Keaton e Jack Nicholson. Nella
classifica di film delle registe ordinati per il numero di spettatori
è il primo fra i 28 film usciti nella stagione settembre 2003 - luglio
2004 sul totale di 329 film di ambedue i sessi. Questo film è il primo
anche per i giorni di permanenza in cartellone.
Mi interessa ragionare però su un altro risultato ottenuto con la
divisione del numero di presenze per il numero dei giorni di cartellone.
Il film della Meyers se è primo per numero di presenze e per giorni
di esposizione al pubblico è solo secondo per media giornaliera di
spettatori.
E' In the cut
di Jane Campion che inverte il risultato della Meyers: al secondo
posto per il numero di presenze e al terzo per il numero di giorni
di esposizione, è al primo posto come media giornaliera di pubblico,
152(,6) spettatori contro i 139 di Tutto può succedere.
C'è la possibilità in base a questo calcolo di supporre che se In
the cut avesse avuto più
giorni di presenza nella sale cinematografiche avrebbe avuto più spettatrici
e spettatori, infatti come vedete nell'articolo di Nilde Vinci il
numero di giorni di Tutto può succedere sono stati 8434
e capitalizzano 1.170.550 presenze mentre il film della Campion con
4817 giorni quasi la metà dell'altro film ha 735.115 presenze.
Lost in translation
di Sofia Coppola terzo per il numero complessivo di presenze su 4256
giorni di cartellone, quarto posto per il numero di giorni di esposizione
è terzo per la media giornaliera di pubblico che scende a 124.
Mi fa pensare L'amore di Maria di Anne Ritta Ciccone. E' un
film che contro ogni aspettativa dimostra di avere avuto successo
di pubblico - oltre che di critica. Questo film è al settimo posto
per il numero di presenze (95840) all'ottavo posto per il numero di
giorni di esposizione che sono solo 810, risulta al quarto posto per
la media giornaliera di presenze, 115(,8).
Stesso discorso vale per il film di Catherine Hardwicke Thirteen
al diciassettesimo posto, addirittura, per il numero di giorni
di cartellone (383), all'undicesimo per le presenze, però al quinto
posto per la media giornaliera che è di 113(,7).
E' al sesto posto Rosenstrasse di Margarethe Von Trotta
e lo è anche per il numero di giorni di esposizione e per il pubblico.
La ragazza delle balene di Niki Caro smentisce il risultato
della classifica per spettatori. E' infatti al 24 posto per il numero
di giorni di esposizione nelle sale, al diciottesimo per il numero
di spettatori e spettatrici ma al settimo posto per il rapporto fra
i due dati. Il dato parla di un alto indice di gradimento che conferma
i premi del pubblico che questo film ha ottenuto in alcuni festival.
Monster di Patty Jenkins al secondo posto per il numero di giorni di esposizione è al quarto
per l'affluenza e scende all'ottavo dividendo il numero relativo alla
presenza per quello dei giorni di permanenza.
Anche A
mia madre piacciono le donne
di Parjs e Fejrman (vai nel sito dell'Associazione Lucrezia Marinelli)
scende al nono posto mentre ha il quinto per il numero di presenze
e per i giorni di esposizione.
Mantiene l'equilibrio delle posizioni fra nono e decimo posto Mi
piace lavorare
di Francesca Comencini. (vai nel sito dell'Associazione Lucrezia Marinelli)
(in La
posta in gioco - Libreria delle Donne si trova un ampio dibattito
sul film con intervento della regista)
L'undicesimo posto
è del film I sentimenti di Noemi
Lvovsky.
Sale invece al dodicesimo posto come presenze nella media giornaliera
Da quando Otar è partito
di Julie Bertuccelli che ha il 17 posto per le presenze; è addirittura
al 20 posto per i giorni di esposizione complessiva nelle sale italiane.
Anche questo è un film di pregio che è piaciuto molto alle donne.
Ti do i miei occhi ottimo film della spagnola
Iciair Bollain, ha vinto il primo premio al Festival internazionale
del cinema delle donne di Creteil, mantiene una posizione simile fra
i tre risultati nei quali spicca il tredicesimo posto per la media
di frequenza giornaliera. Certamente un'occasione sprecata perché
questo film che riesce a trattare il difficile tema della violenza
che le donne subiscono senza mai scadere nel lamento o nella faciloneria
avrebbe meritato di essere visto. lI risultato forse nei mesi prossimi
potrebbe alzarsi ma non avrà trascrizione perchè girerà con la distribuzione
non ufficiale, nei circoli femminili e agli incontri delle donne.
La
mia vita senza me di
Isabel Coixet (vai
nel sito dell'Associazione Lucrezia Marinelli) un film difficile
e bello è al quattordicesimo posto per media giornaliera di presenze
è al diciottesimo posto per i giorni di esposizione complessiva e
al sedicesimo come numero di presenze.
Alle cinque della sera di Samira Makhmalbaf è al quindicesimo
posto per media giornaliera e al quattordicesimo per numero di presenze
di contro a un sedicesimo posto per giorni di esposizione.
Spiazzante è Io no di Simona Izzo che all'ottavo posto per
pubblico e al settimo per giorni di permanenza rivela una media giornaliera
che lo colloca al sedicesimo posto.
Al diciasettesimo c'è Mariti in affitto di Giovanna Borrelli,
che sarebbe all'undicesimo per giorni di esposizione e al tredicesimo
per pubblico.
Al diciottesimo c'è E' più facile per un cammello di Valeria
Bruni Tedeschi, che sarebbe al quindicesimo per numero di spettatori
e all'undicesimo per esposizione.
Al diciannovesimo c'è Amor fu' di Emanuela Piovano che sarebbe
ventiquattresimo per pubblico e venticinquesimo per giorni di permanenza.
Al ventesimo c'è Io puta di Luna che sarebbe comunque ventiduesimo
per spettatori e ventunesimo per pubblico.
E' un caso degno di essere analizzato il film di Fiorella Infascelli,
Il vestito da sposa, buono per interpretazione, verità della
trama e sensibilità nelle immagini che raccontano la storia parzialmente
vera di uno stupro che una donna subisce e che la porta fra le braccia
di uno dei suoi violentatori. Nonostante queste premesse il film è
ventunesimo per media giornaliera di pubblico su un diciannovesimo
posto per frequenza e un quindicesimo posto per permanenza nelle sale.
Dopo di questo c'è Sotto il sole di Toscana di R.Wells, ventiduesimo
per pubblico e diciannovesimo per permanenza nelle sale.
Pornocrazia
di Cristine Breillat ventiquattresimo per media e ventiseiesimo sia per
il pubblico che per il numero di giorni.
E' ventiquattresimo
il film di Eleonora Giorgi Uomini e donne amori e bugie già
ventitreesimo sia per pubblico che per giorni di esposizione nelle sale.
Addirittura venticinquesimo Stai con me di Livia
Giampalmo che pure avrebbe il tredicesimo posto per esposizione nelle
sale e comunque solo i ventesimo per pubblico.
E' ventiseiesimo
Laurel Canyon di Lisa Chodolenko che sarebbe venticinquesimo per
pubblico e ventiduesimo per giorni di esposizione.
Mentre
ventisettesimo è Quanto è difficile essere teenager di S.
Sugarman già segnalatosi ventisettesimo sia per il numero di giorni che
per il pubblico.
Il ventottesimo film
non ha classifica possibile è Japanese story che è uscito solamente
a fine luglio del 2004.
I film che più mi sono piaciuti sono: Thirteen,
Mi piace lavorare, Ti do i miei occhi,
Da quando Otar è partito,
Lost in translation, Rosenstrasse, Monster, I sentimenti ritengo
comunque validi anche se non corrispondenti al mio modo di vedere
Il vestito da sposa, La mia vita senza me o alle mie aspettative
stilistiche L'amore di Maria, A mia madre piacciono le donne e
con molte esitazioni Uomini e donne amori e bugie, E' piu' facile
che un cammello e Tutto può succedere.
Penso che i primi citati potrebbero ancora circolare fuori circuito.
L'alta presenza di pubblico nei giorni di esposizione di alcuni titoli
dice che verso questi film c'era aspettativa di pubblico. Perché questi
film abbiano smesso di circolare non lo so. Può darsi che un complicato
gioco di ragioni economiche e politiche siano insorte. E' sicuro che
ci sono film tenuti in cartellone per un numero maggiore di giorni
e di città e che non hanno comunque successo di pubblico e viceversa
ci sono film tenuti su per meno giorni e città che hanno invece un
valore proporzionale più alto per quanto riguarda le presenze in sala.
Fra i due casi opposti si collocano quei film che mantengono un sostanziale
equlibrio di posizione fra i tre valori: numero di presenze assolute,
di giorni in sala e valore di media proporzionale fra le due precedenti
quantità oppure con uno scarto di massimo due punti.
Fanno parte del
primo gruppo in modo molto evidente Stai con me, Io no, Mariti in
affitto, E' più facile che un cammello e Il vestito da sposa, con un
minore scarto di valore però fanno parte del gruppo anche A mia madre
piacciono le donne , Monster, Laurel Canjon e Sotto il sole di Toscana.
E' molto evidente
l'appartenenza al secondo gruppo di Thirteen,
La ragazza delle balene, Da
quando Otar è partito,
L'amore di Maria, Amorfu' e pur con un minore scarto di valore
fa parte di questo gruppo La mia vita senza me.
Appartengono al
terzo gruppo il bellissimo Rosenstrasse che è perfettamente in
equilibrio fra i tre valori; presentano scarti di uno o due punti
fra i tre valori, a sfavore del rapporto fra presenze e giorni di
uscita, perchè il risultato è più basso dei primi
valori in classifica: I sentimenti, Uomini e donne amori
e bugie, Tutto può succedere Mi piace lavorare,
Ti do i miei occhi, Quanto è difficile
essere teenager, a favore del rapporto fra numero di giorni in
sala perchè il risultato è più alto dei primi
valori in classifica: Alle 5 della sera, Pornocrazia, Io puta,
Lost in translation, In the
cut.