Barbara Morgan (Usa, 1900-1992)
Dopo aver studiato
arte all'Università di California, si dedica inizialmente alla
pittura e all'insegnamento, lavorando anche come editrice e scrittrice
per Dark and Light Magazine. La sua inclinazione per l'arte
scenica la porta a interessarsi al teatro di marionette e al design
delle luci. Nel 1930 Morgan si trasferisce a New York, dove decide
di abbandonare la pittura per la fotografia e realizza esperimenti
con fotomontaggi ed effetti luminosi. Questa decisione coincide con
il suo primo contatto con la danza moderna e l'arte di avanguardia
di Martha Graham, di cui vede rappresentata la coreografia Primitive
Mysteries. Impressionata dalla sua recitazione, Barbara Morgan
comincia a fotografare Graham e altri e altre ballerine dell'American
Modern Dance, come Erick Hawkins e Merce Cunnigham. Le immagini
che prende durante sei anni culminano con la pubblicazione, nel 1941,
dell'opera Martha Graham: Sixteen Dances Photographs.
Morgan, che definiva la sua forma di lavoro come "l'assorbimento
dello spirito della danza", stava a teatro per fotografare il
ballo in azione, sia durante le prove sia durante l'esecuzione in
scena. Senza dubbio questa non era che una tappa preliminare della
sua opera. Il vero lavoro lo portava a termine nel suo studio, dove
chiedeva ai ballerini che ricreassero determinati movimenti, che lei
considerava "espressioni significative". Così lei
spiega questo metodo: "Ogni fotografo ha il suo modo di esprimersi.
Il mio è lasciare che l'inconscio faccia una buona parte del
lavoro. Prima osservo con attenzione, senza cercare di pianificare
come farò le fotografie. Poi lascio che queste impressioni
'penetrino' per il maggior tempo possibile. Mi piace fare fotografie
solo quando ho avuto tempo di digerire il soggetto e assimilarlo con
tutto ciò che so e sento".
Generalmente fotografava i suoi soggetti contro uno sfondo bianco,
utilizzando una illuminazione specifica per ogni movimento.
Inoltre per ottenere fotografie di grandi dimensioni, cosa che riteneva
imprescindibile per evocare adeguatamente l'espressione della danza,
si serviva di uno sviluppo a grana fine che le permetteva di ottenere
negativi suscettibili di essere ingranditi fino a 16 x 20 pollici.
La sua opera è stata oggetto di un buon numero di esposizioni
e ha ottenuto premi come il National Endowment for the Arts e il Lifetime
Achievement Award della American Society of Magazine Photographers.
Barbara Morgan
(Usa, 1900-1992)
Tras estudiar
arte en la Universidad de California, se dedica inicialmente a la
pintura y la enseñanza, trabajando además como editora
y escritora para Dark and Light Magazine. Su inclinación
por el arte escénico, le lleva a interesarse por el teatro
de marionetas y el diseño de iluminación. En 1930, Morgan
se traslada a Nueva York, donde decide abandonar la
pintura por la fotografía y realiza experimentos con fotomontajes
y efectos luminosos. Esta decisión coincide con su primer contacto
con la danza moderna y el arte vanguardista de Martha Graham, a la
que ve representando la coreografía Primitive Mysteries.
Impresionada
por su actuación, Barbara Morgan comienza a fotografiar a Graham
y a otros bailarines del American Modern Dance, como Erick
Hawkins y Merce Cunningham. Las imágenes que toma a lo largo
de seis años culminan con la publicación, en 1941, de
la obra Martha Graham: Sixteen Dances in Photographs.
Morgan, que denominaba su forma de trabajo como la absorción
del espíritu de la danza, asistía al teatro para
fotografiar el baile en acción, tanto en los ensayos como durante
su ejecución en escena. Sin embargo, esto no era más
que una etapa preliminar de su tarea. El verdadero trabajo lo llevaba
a cabo en su estudio, donde pedía a los bailarines que recrearan
determinados movimientos, que ella consideraba como expresiones
significativas. Así explica ella este método:
Cada
fotógrafo tiene su propia manera de expresarse. La mía
es dejar al inconsciente que haga una buena parte del trabajo.
Primero observo con atención, sin intentar planear cómo
haré las fotografías. Luego dejo que esas impresiones
penetren
el mayor tiempo posible. Me gusta hacer fotos sólo cuando he
tenido tiempo de digerir al sujeto y asimilarlo con todo lo
que sé y lo que siento.
Generalmente, fotografiaba a sus sujetos contra un fondo blanco, utilizando
una iluminación específica en cada movimiento.
Además, para obtener fotografías de mayor tamaño,
lo que estimaba imprescindible para evocar adecuadamente la expresión
de la danza, empleaba un revelador de grano fino que le permitía
obtener negativos susceptibles de ser ampliados hasta 16x20 pulgadas.
Su obra ha sido objeto de un buen número de exposiciones y
ha obtenido premios como el National Endowment for the Arts y el Lifetime
Achievement Award de la American Society of Magazine Photographers.