Donne e conoscenza storica
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Storia di Creta
e il culto
della Dea Madre

di Donatella Massara

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Il Bosco Sacro

 

LA CIVILTA’ MINOICA E’ LA CULLA DELLA CIVILTA’ EUROPEA. 
E’ STATA SCOPERTA  DALLE RICERCHE ARCHEOLOGICHE ALLA FINE DEL XIX SECOLO.
LE TESTIMONIANZE SU CRETA RISALGONO ALLE FONTI DEI POEMI OMERICI
SUBITO LA RICERCA HA AVVERTITO  LA PRESENZA FEMMINILE  E IL CULTO DELLA DEA MADRE
LE RICERCHE ARCHEOLOGICHE DI MARIJA GIMBUTAS INIZIATE NEGLI ANNI '80 HANNO APERTO LA VIA A UNO STUDIO CHE VEDE IL PESO DI QUESTE SCOPERTE 

Chi è la Dea Madre e perché interessa alla storia?

I soggetti di questi affreschi in miniatura sono religiosi.

Le sacerdotesse sedute guardano la cerimonia e conversano: l’una con l’altra; in una posa di comunanza e reciprocità. Va confrontato con le tre Dame in blu.  Nell’una e nell’altra raffigurazione le donne parlano fra loro.

Ambientati nella vita religiosa l’uno e nella vita sociale l’altro. Le dame sollecitano l’idea di un pubblico. Le sacerdotesse sono in attesa di qualcosa che dovrebbe avvenire. Come sottolineano i commenti: è l’epifania della Dea che attendono, rappresentata nella Regina ?

La regina è la dea dei serpenti, dei monti e della vegetazione. La ierofania, la rappresentazione della sacra dea è probabilmente anche raffigurazione di potenza regale, identificata dai simboli che la decorano e la accompagnano.

La dea madre è arrivata fino a noi attraverso statue piccole tanto che l’archeologia  ha definito 'giapponesi del  Mediterraneo'  gli artisti cretesi.

E’ molto significativo che statuette del dio non esistano. Come se in carne ed ossa il potere sacro non avesse idola maschili.

La potenza della dea è nella fecondità della natura, in ogni donna.  E questa potenza avvolgeva la regina. Signora su una popolazione che aveva mantenuto intatta la  capacità e il simbolo della civiltà in mezzo a popolazioni che da essa avevano imparato. A navigare e commerciare, a costruire, a amare l’arte  e coltivare la pace.

Marija Gimbutas  ha visto la fondamentale caratteristica femminile della civiltà europea nella sua origine.

Non è stata l’unica. L’archeologa ha  levato la storia della dea madre mediterranea alla banalizzazione delle cose scontate.

Lo studio della civiltà cretese è quindi necessità di cambiare il modo di pensare la storia e di interpretarla. La storia dell’occidente è tutt’altro che la catena di vittorie e sconfitte di popoli che il tempo trasmette attraverso i documenti storici. Oppure non è solo questo. E’ invece  stata per Gijmbutas il risultato dello scambio fra i sessi e poi  lotta contro i popoli che a queste culture, femminile e maschile, si ispirano.  Interpretazione  stimolante, oltre lo sguardo curioso e erudito delle manifestazioni di genere, capace di accogliere la ricerca storica rilanciando significati che dovrebbero interessare tutti, sia le donne che gli uomini.