SETTEMBRE
LA PERPLESSITÀ
Come si manifesta
la perplessità e come appare nella storia? Le situazioni vitali
hanno anche un significato storico, tanto che la storia si potrebbe
fare a seconda delle situazioni vitali che sono predominanti nei vari
momenti. Le situazioni vitali si producono infatti nell'individuo,
però a volte la loro causa si trova, più che nella singolarità
del suo animo, nell'epoca in cui gli è toccato vivere, in mancanza
di soluzioni offerte dal mondo. E inoltre esistono situazioni che
si spiegano solo all'interno di una cultura che un abitante del deserto
o un uomo che appartiene a una cultura primitiva non possiede.
La perplessità
sembra di questo tipo. Appare nella fase avanzata di una cultura.
Essere perplesso significa trovarsi tra varie alternative e non sapersi
decidere per nessuna. Perché? Senza dubbio per mancanza di
conoscenza sufficiente; è la prima cosa che viene in mente.
Ma se si conoscesse sempre con esattezza la sequenza delle nostre
scelte, la vita umana sarebbe del tutto assorbita nel mondo quanto
quella dell'animale. All'interno della realtà umana ciò
che più si avvicina a questa condizione è la tradizione
che funziona perfettamente, l'adeguamento a una forma data in precedenza
e la cui scelta si fonda su una conoscenza talmente certa da non offrire
quasi margine al rischio. [
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La perplessità
si produce quando la conoscenza è tale da lasciare margine
al rischio, quando dobbiamo rischiare nello scegliere.
C'è però chi rischia senza perplessità o dopo
averla superata rapidamente. Il perplesso è una creatura che
ha un ampio campo di scelta e, fino a un certo punto, una situazione
privilegiata. Chi è mosso dalla necessità non è
perplesso; la perplessità è una situazione che presuppone
un certo lusso, lusso di alternative, il che implica una società
matura e un individuo libero di muoversi in essa. [
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Il perplesso ha
idee, sa definire perfettamente le alternative di fronte alle quali
ammutolisce. Conosce, ma gli manca quell'ultimo "mobile"
che muove la vita, che la trascina e la fa uscire; non ha dinnanzi
a sé il suo personaggio, non gli mostra il suo volto.
Il segreto non è la mancanza di conoscenza, bensì una
svogliatezza o un timore che lo paralizza. Non può affrontare
il rischio della vita, il pericolo di dire sì o no. [
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La perplessità
non si può vincere semplicemente attraverso la semplice spiegazione
delle parole. Si tratta di muoversi, di arrischiarsi a scegliere.
María Zambrano,
La "Guida", forma del pensiero. in Verso un sapere
dell'anima, a cura di Rossella Prezzo, trad. di Eliana Nobili,
Milano, Cortina, 1966, pp. 73 -75
Hacia un saber sobre el alma, Madrid, Alianza Editorial, 2000.p.93-97